Un aspetto spesso trascurato quando si cuoce la pasta è l’acqua di cottura. Non buttarla mai, ecco perché.
La pasta rappresenta uno dei piatti fondamentali della dieta italiana, amata a pranzo e a cena per la sua versatilità e semplicità di preparazione.
Le possibilità offerte dall’acqua di cottura della pasta sono molteplici e sorprendenti.
Prima quindi di pensare a gettarla via, considerate tutti i modi innovativi in cui potete riutilizzarla sia in cucina che nelle piccole pratiche quotidiane.
Molti commettono l’errore di utilizzare una quantità eccessiva di acqua per cuocere la pasta, pensando che ciò possa prevenire il rischio di trabocco durante la bollitura. La soluzione è semplice: basta usare una pentola adeguata, calcolando 1 litro d’acqua ogni 100 grammi di pasta, per evitare sprechi inutili. Altri errori comuni includono l’utilizzo improprio del sale grosso e del coperchio durante l’ebollizione, che possono rallentare il processo. È importante ricordarsi anche di conservare una tazza d’acqua prima dello scolo.
Contrariamente all’abitudine diffusa di gettare via l’acqua dopo aver scolato la pasta, conservarne una parte può rivelarsi un trucco geniale in cucina. Questa acqua può essere impiegata per arricchire i sughi o le salse con cui condiremo gli spaghetti o altri formati di pastasciutta. Ma non finisce qui: è possibile utilizzarla anche per preparazioni culinarie come vellutate cremose o come ingrediente segreto in antipasti serviti su crostini caldi.
L’utilizzo dell’acqua della pasta si estende oltre la cucina; può infatti trovare applicazione nella pulizia delle stoviglie o nell’irrigazione delle piante domestiche. Un altro uso creativo include un rilassante pediluvio dopo una giornata intensa.