È essenziale, per i pensionati, comprendere bene le implicazioni fiscali di alcune decisioni. Ecco cosa dicono INPS e Agenzia delle Entrate.
Il tema delle pensioni è, da sempre, un tema cruciale, che coinvolge i dibattiti sia sotto il profilo sociale, che politico. Attenzione perché ad aprile potrebbero esserci novità non propriamente piacevoli. Ecco cosa ha appena comunicato l’Istituto Nazionale di Previdenza per il mese venturo.
In un contesto di cambiamenti significativi nel panorama pensionistico, sempre più lavoratori stanno abbracciando nuove opportunità di pensionamento, come la Quota 100, la Quota 102 e la Quota 103. Queste misure hanno consentito a molti di lasciare il lavoro con una pensione a partire dai 62 anni con 38 anni di contributi, portando a una serie di trasformazioni nel mondo del lavoro e delle pensioni.
Ma, mentre nuove opportunità pensionistiche offrono la possibilità di ritirarsi anticipatamente, il divieto di cumulo con il reddito da lavoro rappresenta una sfida significativa per coloro che desiderano continuare a lavorare dopo il pensionamento. È essenziale una maggiore consapevolezza e comprensione delle implicazioni fiscali di queste decisioni, al fine di garantire una transizione pensionistica senza intoppi.
Tuttavia, emerge una nuova sfida per coloro che scelgono di ritirarsi anticipatamente: il divieto di cumulo della pensione con il reddito da lavoro. Questo divieto, sebbene abbia alcune eccezioni, come il lavoro autonomo occasionale, rappresenta una barriera significativa per coloro che desiderano continuare a lavorare dopo il pensionamento senza compromettere la propria sicurezza economica.
Recenti interpelli all’Agenzia delle Entrate hanno evidenziato la complessità di questa situazione. Secondo una risposta dell’Agenzia delle Entrate, i rimborsi spesa per le attività professionali possono essere considerati reddito e quindi aggiunti alla base imponibile. Ciò significa che anche i pensionati che ricevono rimborsi spesa potrebbero superare il limite di reddito consentito e rischiare la sospensione della pensione.
“Le somme dirette a risarcire le spese sostenute dal professionista per la produzione del reddito, rappresentano il rimborso di un costo che, in quanto inerente all’esercizio dell’attività professionale, ai sensi dell’articolo 54 del TUIR, il professionista ha dedotto dal reddito di lavoro autonomo. Anche a questa ulteriore somma, pertanto, deve essere riconosciuta rilevanza reddituale, in quanto riconduce il reddito alla misura che lo stesso avrebbe assunta qualora non fosse stata sostenuta la spesa per i servizi affidati a terzi”. Questo il testo della risposta dell’Agenzia delle Entrate.
Questo scenario presenta una serie di problematiche per i pensionati che desiderano continuare a lavorare in modo autonomo. Molti professionisti, dai settori fiscali a quelli legali e tecnici, potrebbero trovarsi a dover bilanciare attentamente il proprio reddito per evitare la sospensione della pensione. È importante comprendere che non solo i compensi, ma anche i rimborsi spesa possono contribuire al reddito complessivo e quindi al superamento del limite consentito.