Spesso ci si confronta con le proprie analisi del sangue senza capire davvero se le cose vadano bene o ci sia qualche problema. Ecco come leggerle davvero.
Se si vuole effettuare una diagnosi o fare un check-up generale delle condizioni del proprio organismo, una delle primissime cose da fare è effettuare le analisi del sangue. Questo semplice esame, che tutti abbiamo effettuato, si basa sul prelievo di un campione ematico, da cui poi il laboratorio estrapola tutte le informazioni necessarie (livelli di proteine, anticorpi, anche batteri se previsto) per stabilire se il funzionamento degli organi, e non solo, è corretto o meno.
Così il medico di base, non di rado, prescrive l’emocromo e poi si fa restituire i risultati per valutare i vari costituenti cellulari, a partire da globuli bianchi, rossi e piastrine. A volte può servire solamente come controllo, è il caso degli sportivi o di chi fa semplicemente visite di routine mirate all’ottenimento della performance migliore, a un percorso nutrizionale corretto o al raggiungimento dello stato di forma desiderato.
Il problema è che sempre più spesso i pazienti si trovano una serie di sigle, gruppi e valori difficili da collocare. E no, non basta semplicemente far caso a dove il laboratorio pone l’asterisco, se non si ascrive a un quadro generale più grande. Scopriamo da dove bisogna partire per la lettura delle analisi.
Ovviamente, bisogna cercare ciò che serve, quindi la correlazione con l’eventuale patologia di cui si soffre, ma in linea generale, per chi vuole capire qualcosa, è bene partire dalla ricerca di globuli rossi e bianchi.
I primi sono cellule specializzate nel trasporto di ossigeno fino ai tessuti e anidride carbonica. I valori normali sono nell’uomo di 4,5-6 milioni/mm3, mentre nella donna sui 4-5,5 milioni/mm3, anche se possono cambiare un po’ negli sportivi. Se il numero è troppo alto potrebbe indicare problemi di insufficienza respiratoria, nefropatie, policitemie, stress e ustioni, da valutare ovviamente con il proprio medico. Alla stessa maniera, valori bassi potrebbero celare problemi di anemia, emorragie, malattie renali, malnutrizione, carenze di ferro e vitamine B6, B9 e B12. Per cui si rimanda all’associazione con altri valori.
Poi, occhio ai globuli bianchi, i cui valori normali stanno nel range di 4.000-7.000 per mm3 nella donna e tra i 5.000 e gli 8.000 per mm3 nell’uomo. Se troppo bassi, indicano un abbassamento del sistema immunitario, se sono alti i granulociti un’infezione batterica in atto, se lo sono i linfociti probabilmente abbiamo a che fare con un agente virale.
È importante valutare anche ematocrito e piastrine. Il primo sta in un range di 37-46 nella donna, e 42-50 nell’uomo e occhio alla sua diminuzione – potrebbe nascondere anemie, emorragie, cirrosi epatica, carenza di vitamine e di altri minerali. Le piastrine, invece, hanno valori che vanno normalmente da 150 a 440 migliaia/microlitro e sono da controllare in casi di emorragie, problemi alla milza, leucemie o lesioni del midollo osseo. Sono da tenere in considerazione anche per alcune patologie autoimmuni e per determinati tumori.
Infine, occhio all’emoglobina – tra i 14 e 18 (g/l) per l’uomo e tra i 12 e i 16 per la donna nei valori normali -. Un suo aumento attesta patologie polmonari in atto, una sua diminuzione è associata a carenza di ferro e vitamine del gruppo B, emorragie, in generale malattie ereditarie con eccessiva perdita di globuli rossi. Occhio anche alle anemie e alle malattie dei reni. Si tratta sono delle valutazioni di prima linea che si possono estrapolare dalle analisi: è bene comunque rivolgersi al proprio medico per avere una panoramica completa, senza giungere a conclusioni affrettate.