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Andare in pensione con 30 anni di contributi, chi può farlo e come richiederla

Pubblicato da
Alessandro Fabiani

In Italia, il sistema previdenziale offre diverse vie per accedere alla pensione, una delle quali è rappresentata dalla possibilità di andare in pensione con almeno 30 anni di contributi versati.

Questa opzione si articola principalmente attraverso due percorsi: la pensione di vecchiaia ordinaria e l’Ape Sociale.

Pensione con 30 anni di contributi (NewSicily.it)

È importante notare che vi sono specifiche soglie reddituali da non superare durante il periodo in cui si beneficia dell’Ape Sociale; superarle comporta la decadenza del diritto alla prestazione.

Inoltre, tale diritto decade automaticamente qualora il beneficiario raggiunga i requisiti necessari per accedere alla pensione ordinaria o anticipata oppure nel caso in cui vengano percepite altre forme assistenziali come trattamenti INPS legati alla disoccupazione o indennizzi da cessazione attività commerciale.

Pensione con 30 anni di contributi

Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, è possibile accedervi a partire dai 67 anni d’età, a condizione che si abbiano almeno 20 anni di contribuzione. Tuttavia, da quest’anno, per i lavoratori contributivi assicurati presso una cassa previdenziale obbligatoria, è necessario anche raggiungere un importo minimo della rendita pari all’assegno sociale. Ciò significa che anche se i requisiti minimi per l’età e i contributi sono soddisfatti, la pensione sarà concessa solo se l’importo calcolato non è inferiore all’assegno sociale.

30 anni di contributi (NewSicily.it)

Diversamente dalla pensione ordinaria, l’Ape Sociale permette un anticipo del trattamento pensionistico a partire dai 63 anni e 5 mesi d’età con almeno 30 anni di contribuzione. Questa opzione è particolarmente vantaggiosa per categorie specifiche di lavoratori che si trovano in condizioni sociali ed economiche svantaggiate: disoccupati da lungo termine, caregiver familiari e invalidi civili con un grado di invalidità superiore al 74%.

Per le donne con figli vi è inoltre la possibilità di ridurre il requisito dei contributi fino a un massimo di due anni per ogni figlio nato o adottato. Ciò significa che il numero minimo dei contributi necessari può scendere fino a ventotto anni.

L’importo della prestazione anticipata tramite Ape Sociale viene calcolato secondo le stesse modalità previste sia per la pensione ordinaria che anticipata. Il sistema utilizzato combina il metodo retributivo con quello contributivo basandosi sul montante accumulato dal lavoratore fino all’età anagrafica del momento della domanda.

Tuttavia, esiste un limite massimo fissato a €1.500 mensili fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione ordinaria o anticipata senza possibilità di rivalutazione prima dei 67 anni d’età.

La domanda per ottenere l’Ape Sociale deve essere presentata entro il termine del 31 marzo presso l’INPS competente sulla base della residenza del richiedente; tuttavia, esiste la possibilità di presentarla anche oltre questa data nei limiti delle risorse finanziarie disponibili come stabilite annualmente dalla legge finanziaria.

Pubblicato da
Alessandro Fabiani