Quando le temperature raggiungono picchi elevati, accompagnate da un’umidità opprimente, il nostro corpo inizia a manifestare segni di disagio: sudorazione eccessiva, sensazione di affanno e calore insopportabile sono solo alcune delle reazioni che sperimentiamo.
Questi sintomi sono la risposta del nostro organismo nel tentativo di adattarsi alle condizioni climatiche estreme.
Tuttavia, alcune persone risultano essere più vulnerabili di altre agli effetti del caldo.
Per mantenere una temperatura interna stabile e garantire il corretto funzionamento dei processi vitali, il corpo umano si avvale del sistema di termoregolazione.
Questo sofisticato meccanismo attiva diverse risposte fisiologiche in presenza di caldo intenso: aumenta la produzione di sudore per favorire la dispersione del calore attraverso l’evaporazione; dilata i vasi sanguigni periferici migliorando così la cessione del calore all’ambiente esterno; incrementa la frequenza respiratoria e riduce alcune attività metaboliche per diminuire ulteriormente la produzione interna di calore.
Chi soffre di più il caldo?
Non tutti reagiscono allo stesso modo alle ondate di caldo. I bambini, per esempio, hanno un sistema di termoregolazione ancora immaturo e una superficie corporea proporzionalmente minore rispetto agli adulti, fattori che rendono più difficile l’eliminazione dell’eccesso calorico. Gli anziani rappresentano un’altra categoria a rischio: con l’avanzare dell’età diminuisce infatti sia la capacità sudorifera sia quella sensoriale legata alla percezione della sete, aumentando così il rischio disidratazione.
Anche le donne in ovulazione o in gravidanza tendono a soffrire maggiormente il caldo a causa delle variazioni ormonali che possono innalzare ulteriormente la temperatura corporea.
Oltre alle categorie sopra menzionate, vi sono altri soggetti particolarmente sensibili al clima torrido: chi lavora o pratica sport all’aperto; individui sotto stress; persone affette da disturbi della tiroide o con alterazioni nel ritmo sonno-veglia; soggetti con patologie croniche preesistenti; chi fa uso regolare di determinati farmaci e gli individui non autosufficienti.
La difficoltà nell’adeguata dispersione del calorico può portare alla comparsa dei vari disturbi come stanchezza cronica, crampi muscolari, gonfiori ed episodi anche gravi come colpi di calore caratterizzati da confusione mentale fino alla perdita della coscienza.
È fondamentale riconoscere tempestivamente questi segnali per intervenire prontamente.
Per mitigare gli effetti nocivi delle alte temperature è raccomandabile evitare esposizioni prolungate al sole nelle ore più calde della giornata; indossare abiti leggeri e traspiranti preferibilmente in fibre naturali come il cotone; proteggere sempre la testa dal sole diretto; idratarsi regolarmente consumando almeno 1,5 litri d’acqua giornalieri anche in assenza della sensazione immediata della sete; prediligere una dieta ricca in frutta e verdura fresca che contribuisce a mantenere idratato l’organismo senza appesantirlo ulteriormente.