Se ti mangi le unghie, dovresti capire che cosa c’è dietro questa abitudine: lo psicologo ti spiega il motivo.
Anche per la più piccola e apparentemente insignificante abitudine che abbiamo sviluppato nel tempo c’è sempre una motivazione dietro. Il nostro cervello – e di conseguenza poi il nostro corpo – difficilmente fanno le cose a casaccio e un motivo, più o meno evidente, più o meno grave, c’è sempre. Ecco che se si tratta di una cattiva abitudine, di un vizio che vorremmo eliminare, capirne le motivazioni diventa fondamentale. E se sei una di quelle persone che si mangia le unghie fin da quando era piccolo: un motivo c’è e te lo spiega uno psicologo.
Da quando sei bambino tutti ti hanno sempre intimato di smettere, ti hanno soffocato con i consigli su come farlo e sui rischi di continuare a farlo. Ma tu non riesci proprio a smettere di mangiarti le unghie e magari sono anche ridotte al minimo proprio a causa di questa cattiva abitudine. Niente paura, come tutte le brutte abitudini, si può modificare ed eliminare ma è bene capire il perché succeda e il perché, col tempo, l’hai sviluppata.
A volte è necessario psicanalizzarsi e capire la ragione dietro certi nostri comportamenti: perché facciamo quello che facciamo? Perché sentiamo il bisogno di farlo? Perché una certa cosa, col tempo, è diventata un’abitudine che facciamo fatica a scollarci di dosso e magari ci fa anche male? Si può fare la stessa cosa anche con il mangiarsi le unghie, un vizio apparentemente innocuo ma che può nascondere qualcosa di più profondo.
Come suggerisce lo psicologo, infatti, mangiarsi le unghie o le pellicine è come una qualsiasi forma di autolesionismo. Quando sentiamo questa parola pensiamo subito a scenari terribili, ma in fondo sono frutto della stessa difficoltà: quella di gestire le emozioni che ci arrivano. Non sappiamo come relazionarci a loro e le riversiamo facendoci del male, attaccando il nostro corpo, sfogandoci su, in questo caso, le unghie o le pellicine.
@m.mezzanottepsy Partiamo dal presupposto che le emozioni non si gestiscono ma si usano, quando non riusciamo ad usarle e ci invadono (ansia, stress, tristezza, gioia), potremmo usare la fase orale dello sviluppo per affrontarle: 1. Ci autoconsoliamo 2. Ci autolesioniamo Qualche altra curiosità? #unghie #pellicine #onicofagia #psicologia #lnv #psicoanalisi #freud #mezzanotte ♬ suono originale – Michele Mezzanotte Psicologo
Si può smettere, oltre che con gli smalti protettivi, dunque, anche con la psicoterapia.