Rischi di non poter andare in pensione anche se hai 67 anni. Controlla subito la tua situazione contributiva su Prisma.
Potresti ricevere brutte sorprese per colpa di vuoti contributivi. Pur avendo già 67 anni l’Inps potrebbe negarti la pensione. Vediamo cosa fare per evitare questo inconveniente.
I contributi sono essenziali al fine della pensione. Non esiste misura pensionistica che non abbia un requisito contributivo minimo. Alcune misure come la pensione anticipata ordinaria oppure Quota 41 non hanno il requisito anagrafico: si può accedere alla pensione a qualsiasi età. Ma non esiste misura in vigore in Italia che non richieda di aver maturato un certo numero di anni di contributi.
Inoltre i contributi sono essenziali anche per quel che riguarda l’importo della pensione che andremo a ricevere. Dal 1996 in poi, infatti, in seguito alla riforma Dini, l’importo delle pensioni viene calcolato con il sistema contributivo. Questo sistema, come si può intuire dal suo stesso nome, si basa sui contributi versati dal lavoratore- e dai datori di lavoro- nell’arco dell’intera carriera. Per evitare spiacevoli sorprese, pertanto, è bene controllare la tua situazione contributiva. Oggi farlo è molto semplice grazie a Prisma.
Tenere sotto controllo la propria situazione contributiva è importante sia per capire a quanto ammonterà il nostro assegno previdenziale sia per capire se possiamo accedere alla pensione oppure no. L’Inps ha introdotto un nuovo strumento: Prisma. Vediamo di cosa si tratta.
A partire dal 10 aprile 2024 tutti i datori di lavoro del settore privato- o chi riceve una delega da parte di essi- possono verificare la situazione contributiva dei propri dipendenti su Prisma. Prisma è una nuova piattaforma dell’Inps che riporta tutti i contributi dei lavoratori iscritti alle varie gestioni obbligatorie. Perché è così importante Prisma? Perché permette subito di avere la situazione completa sott’occhio e, dunque, di capire se ci sono eventuali buchi contributivi.
Può succedere, infatti, che un lavoratore, senza saperlo abbia dei vuoti di contributi perché alcuni datori di lavoro non li hanno versati o perché ha lavorato in aziende all’estero che non hanno preso accordi con l’Italia. Avere dei buchi di contributi non solo incide negativamente sull’importo dell’assegno previdenziale ma può rendere impossibile l’accesso stesso alla pensione.
Di conseguenza se un datore di lavoro riscontra buchi contributivi può rimediare e calmarli lui stesso grazie alla Pace contributiva introdotta in via sperimentale dal Governo Meloni per il biennio 2024-2025. Grazie ad essa un lavoratore- o un datore di lavoro- può riscattare a pagamento fino a 5 anni anche non consecutivi di buchi contributivi.
Per il momento la piattaforma Prisma è fruibile solo dai datori di lavoro del settore privato. Tuttavia l’Inps ha già fatto sapere che, a breve, il servizio sarà fruibile anche da parte della Pubblica amministrazione.