Anno nuovo e pensioni più alte. Per molti ma non per tutti. Vediamo quali sono le pensioni che aumenteranno nel 2024.
Pensioni più alte nel 2024 grazie ad una nuova rivalutazione che riguarderà gran parte degli assegni previdenziali. Vediamo che riceverà una pensione più ricca.
Il 2024 non sarà un anno ricco come il 2023 sul fronte delle pensioni ma, in ogni caso, qualche aumento ci sarà. Nell’anno che sta per concludersi la rivalutazione annua è stata addirittura dell’8,1%: una percentuale che non si vedeva da anni. Non solo: le pensioni pari o inferiori al trattamento minimo dell’Inps sono state rivalutate ulteriormente.
Nello specifico, nel 2023, la rivalutazione per le pensioni minime è stata dell’1,5% per i pensionati con meno di 75 anni e del 6,4% per gli over 75. Nel 2024 potremo scordarci percentuali così alte ma, comunque, gli assegni previdenziali aumenteranno. Il Governo Meloni ha già annunciato che, a partire da gennaio, ci sarà una nuova rivalutazione del 5,4% per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo. Le fasce reddituali più alte, invece, saranno rivalutate ma secondo percentuali più basse.
Pensioni: ecco chi riceverà un assegno più ricco
Il 2024 inizierà bene per molti pensionati e un po’ meno bene per altri che, invece, avranno delle perdite. In particolare saranno penalizzate le pensioni più alte e gli assegni di chi opterà per certe misure di prepensionamento. Vediamo, invece, quali sono gli assegni previdenziali che aumenteranno da gennaio.
Come anticipato a partire da gennaio le pensioni saranno rivalutate del 5,4%. Non solo le pensioni di vecchiaia ma anche le pensioni di reversibilità. La percentuale di rivalutazione cambierà a seconda dell’importo dell’assegno. Gli assegni fino a 4 volte l’importo del trattamento minimo verranno rivalutati del 5,4% che corrisponde al 100% del tasso dell’inflazione. Le pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo saranno rivalutate del 90%.
Le pensioni tra 5 e 6 volte l’importo del trattamento minimo saranno rivalutate del 53% mentre quelle tra 6 e 8 volte il trattamento minimo saranno rivalutate del 47%. Rivalutazione del 37% per gli assegni tra 8 e 10 volte il minimo e del 22% per le pensioni che superano di 10 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps. Queste ultime subiranno delle perdite passando da una rivalutazione del 32% ad una del 22%. Pertanto, per fare un esempio, se una vedova prende una pensione di reversibilità di 1500 euro al mese, da gennaio ne prenderà 1572,90.
Ricordiamo che il coniuge che prende la pensione di reversibilità può lavorare ma per non subire decurtazioni non può superare una certa soglia di reddito. Se una persona ha uno stipendio compreso tra le 3 e le 4 volte l’importo della pensione minima, la pensione di reversibilità viene decurtata del 25%. Decurtazione del 40% se lo stipendio è compreso tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo e taglio del 50% se lo stipendio del coniuge superstite supera di 5 volte l’importo delle pensioni minime.