La dichiarazione dei redditi, sia essa relativa a redditi, Iva o Irap, quando presentata in maniera infedele può comportare serie conseguenze per il contribuente.
Una dichiarazione si considera infedele quando vi sono discrepanze tra i dati riportati e la realtà fiscale del soggetto, come ad esempio l’indicazione di minori entrate o maggiori uscite.
Il decreto legislativo 74 del 2000 classifica questa condotta come reato tributario, prevedendo sanzioni che fino al 28 giugno 2024 oscillavano tra il 90% e il 180% della maggiore imposta dovuta.
Con l’introduzione del decreto legislativo 87 del 2024, dal 29 giugno dello stesso anno entrano in vigore nuove misure che riducono le sanzioni per chi presenta una dichiarazione dei redditi errata o infedele.
La nuova normativa prevede una sanzione base pari al 70% della maggiore imposta dovuta con un importo minimo fissato a 150 euro. Tuttavia, in presenza di violazioni particolarmente gravi – come l’utilizzo di documenti falsi o condotte fraudolente – le sanzioni possono variare dal 105% al 140% della maggiore imposta.
Il ravvedimento operoso rappresenta una possibilità concessa ai contribuenti di regolarizzare spontaneamente eventuali errori commessi nella dichiarazione dei redditi prima dell’avvio di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Con le novità introdotte nel decreto Sanzioni del 2024 è possibile ottenere una riduzione delle sanzioni anche in questo ambito. In particolare, se la correzione avviene entro i termini previsti dalla legge e prima dell’inizio di qualsiasi attività ispettiva da parte degli uffici finanziari, si applica una sanzione aumentata solamente del doppio rispetto a quella prevista per omesso o tardivo versamento.
Dichiarazione redditi errare o infedele: quali sanzioni si applicano?
Le modifiche apportate dalla recente normativa prevedono anche la possibilità di ridurre ulteriormente le sanzioni nel caso in cui l’errore nella dichiarazione non abbia causato danni significativi all’erario.
Se la differenza tra quanto dovuto e quanto effettivamente dichiarato è inferiore al 3% dell’imposta totale (e comunque non superiore a €30.000), è possibile beneficiare di una riduzione delle penalità fino a un terzo dell’importo originariamente previsto.
Un capitolo a parte riguarda gli errori nella dichiarazione dei redditi prodotti all’estero. Anche in questo caso il decreto legislativo n°87/2024 ha stabilito che tutte le sanzioni precedentemente descritte subiscano un incremento pari ad un terzo qualora si tratti appunto di reddito generato fuori dai confini nazionali.
È importante sottolineare come il nuovo quadro normativo mira a incentivare i contribuenti alla correttezza fiscale attraverso un sistema più equilibrato di penalizzazioni per errori ed omissioni nelle dichiarazioni dei redditi.