Fare la lavatrice di notte è una delle abitudini più discusse. Ma quanto è realmente conveniente questa pratica?
In un periodo in cui la ricerca del risparmio in bolletta diventa quasi una necessità per molte famiglie italiane, l’idea di spostare l’utilizzo degli elettrodomestici nelle ore notturne sembra una strategia allettante.
Mentre è vero che ogni piccolo accorgimento può contribuire al controllo delle spese domestiche nel lungo termine, nel caso specifico dell’utilizzo della lavatrice durante le ore notturne – o comunque nelle fasce orarie ritenute più economiche – il vantaggio economico sembra essere marginale.
Pertanto è essenziale valutare attentamente se tale pratica sia realmente conveniente per le proprie esigenze o se invece possano essere adottate altre strategie più efficaci per ridurre i costi energetici domestici.
Lavatrice di notte fa davvero risparmiare?
La scelta tra tariffa monoraria e bioraria gioca un ruolo cruciale nella gestione dei consumi domestici. La tariffa monoraria propone un costo fisso dell’energia indipendentemente dall’orario di consumo, mentre la bioraria offre prezzi differenziati: più alti durante il giorno (Fascia 1) e più bassi durante la sera, la notte e i weekend (Fascia 23). Questo meccanismo sembra suggerire che concentrare i consumi in F23 possa tradursi in un risparmio significativo.
Analizzando due offerte energetiche specifiche del mercato libero, emerge che il risparmio ottenibile utilizzando la lavatrice principalmente in fascia F23 è piuttosto contenuto. Ad esempio, con l’offerta Enel energia Placet fissa “Luce Consumer”, il costo mensile per circa 20 lavaggi si attesta sui 6,123€ contro i 7,023€ della fascia F1; con Eni “Fixa Time Web”, si passa da 3,60€ a 3,393€. In termini percentuali parliamo di un risparmio che varia dal modesto 5,75% al 12,81%, a seconda dell’offerta considerata.
Estendendo l’analisi ad altri apparecchi domestici oltre alla lavatrice e considerando uno scenario ideale dove tutti i consumi vengono spostati nella fascia economica (scenario poco realistico dato che alcuni apparecchi come il frigorifero rimangono sempre accesi), il quadro generale non cambia drasticamente. Prendendo come esempio un consumo medio mensile di una famiglia tipo (250 kWh), con Enel si potrebbe teoricamente arrivare a risparmiare poco più di 7 euro al mese; con Eni meno di due euro.
Queste cifre mettono in evidenza come le differenze siano effettivamente minime e difficilmente giustificabili se ciò comporta stravolgere le proprie abitudini domestiche o dedicare molto tempo alla scelta dell’offerta energetica più adatta alle proprie necessità.