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Turismo

Festa di Sant’Agata a Catania, nessuno conosce questo particolare di fama mondiale: tutta Italia dovrebbe andarne fiera

Pubblicato da
Ramona Buonocore

La festa di Sant’Agata a Catania è una delle più belle non solo della Sicilia ma di tutto il mondo: ecco spiegato il motivo.

Quando si tratta di feste religiose il Sud Italia la fa sicuramente da padrone: tra la popolazione del Mezzogiorno c’è tantissimo folklore che, aggiunto alla religiosità, crea degli eventi davvero molto belli e particolari. E’ questo il caso di Sant’Agata, la Patrona di Catania che ogni anno è celebrata con una festa che incanta il mondo.

Festa di Sant’Agata a Catania -(Newsicily.it)

Sant’Agata è venerata da cattolici ed ortodossi e la festa che i fedeli di Catania tengono in suo onore ogni anno è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. Ma perché questa festa è così particolare? Vediamo insieme in quest’articolo il motivo per cui la festa di Sant’Agata a Catania incanta il mondo.

Culto di Sant’Agata a Catania: ecco perché la festa è così bella

Secondo la più antica fonte sulla catanese Agata è la Passio che risale alla seconda metà del V secolo. Il documento decreta il giorno della sua morte il 5 febbraio 251 durante la persecuzione di Decio. Agata, cresciuta in una famiglia illustre e ricca, sentì presto il desiderio di donarsi totalmente a Cristo e a 15 anni divenne una vergine consacrata.

Festa di Sant’Agata a Catania – (Newsicily.it)

Nell’anno a cavallo fra il 250 e il 251 il proconsole Quinziano era giunto a Catania per far rispettare l’editto imperiale che chiedeva a tutti i cristiani l’abiura pubblica della loro fede. Affascinato da Agata che seppe essere una consacrata, le ordinò di adorare gli dei pagani. Poiché la giovane si rifiutò venne avviato un processo contro la giovane donna.

Condannata e portata in carcere, Sant’Agata fu sottoposta a tortura e le venne strappato un seno. Nella stessa notte fu visitata da San Pietro che la rassicurò e le risanò le ferite. La donna fu così condannata ai carboni ardenti e, secondo la tradizione, mentre il fuoco bruciava le sue carni, non bruciava il velo che lei portava; per questa ragione “il velo di sant’Agata” diventò da subito una delle reliquie più preziose.

Alla sua morte i fedeli ne raccolsero le spoglie e la deposero in un sepolcro nuovo. Nel primo anniversario della morte di Agata, una violenta eruzione dell’Etna minacciava di seppellire Catania: in ricordo e ammirazione per la martire i catanesi, compresi i pagani, presero il velo deposto sul sepolcro e lo usarono come scudo contro la lava ardente: immediatamente il fiume di fuoco si arrestò.

Sant’Agata è venerata a Catania dal 3 al 5 febbraio con grandi festeggiamenti ricchi di fede e di folklore. La città viene percorsa da una processione solenne e imponente, in cui si porta il fercolo d’argento chiamato “a vara”, dentro il quale sono custodite le reliquie della Santa, accompagnato da undici enormi candelieri, detti “cannalore”, fantasiose sculture verticali in legno con scomparti dove sono scolpiti gli episodi salienti della vita della Santa, appartenenti ciascuna alle corporazioni degli artigiani cittadini.

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Ramona Buonocore