Tutti coloro che hanno acquistato una particolare tipologia di mascherina durante la pandemia, possono chiedere un rimborso.
Tra il 2020 e il 2023 l’intera popolazione mondiale ha lottato con tenacia contro il pericolosissimo Coronavirus Covid-19, il quale ha purtroppo provocato milioni di morti in tutto il mondo. Questo nuovo virus si è inoltre diffuso per la prima volta nel dicembre 2019 in Cina, in particolar modo nella città di Wuhan.
In quel periodo, i medici cinesi pensavano che si trattasse di una semplice polmonite, ed è per questo che non hanno chiuso immediatamente la metropoli abitata da 11 milioni di persone. Per frenare il contagio i governi hanno ovviamente ordinato di indossare le mascherine protettive. Oggi, si è scoperto che una parte di queste mascherine non era a norma e si può addirittura avere un rimborso sulla spesa fatta.
Le mascherine antivirus non a norma
Secondo le ultime statistiche, le aziende hanno venduto oltre 46 miliardi di mascherine antivirus solamente in Italia, durante il famoso periodo pandemico. Molti esperti sono quindi preoccupati per l’inquinamento ambientale, poiché la maggior parte di questi dispositivi facciali è stata rilasciata accidentalmente nell’ambiente, influenzando così l’ecosistema.
Bisogna inoltre ricordare che in tutto il mondo le mascherine utilizzate in pandemia hanno toccato la cifra record di 129 miliardi. In altre parole, durante il periodo più buio degli anni 2020-2022 sono state consumate circa 3 milioni di mascherine al minuto. Tuttavia, una particolare categoria di dispositivi facciali antivirus non era purtroppo a norma.
L’azienda Razer, che è una multinazionale tecnologica americano-singaporiana, deve infatti rimborsare 1,1 milioni di dollari a tutti coloro che hanno acquistato la mascherina antivirus Razer Zephyr RGB. Quest’ultima avrebbe dovuto avere la protezione N95, ma gli esperti hanno scoperto che non rispettava le regole antivirus.
Si tratta quindi di una vera e propria truffa ai consumatori, poiché il prodotto non rispecchiava le caratteristiche scritte sulla sua etichetta. La Federal Trade Commission ha perciò condannato l’azienda della California e di Singapore ha versare ben 1,1 milioni di dollari come rimborso ai consumatori.
Bisogna inoltre ricordare che le suddette mascherine non possedevano nessuna certificazione ufficiale. E non solo: la multinazionale Razer ha addirittura modificato le clausole scritte in piccolo sul proprio sito internet. Per quanto riguarda il costo della Razer Zephyr RGB, questo toccava circa 100 dollari per ogni esemplare. Stando alle ultime analisi, i consumatori che hanno acquistato queste mascherine ingannevoli sono circa 11.000. La somma versata dall’aziende dovrebbe quindi bastare per recuperare i soldi spesi.