Capita a tutti, mentre si cucina o si è già a tavola, di far cadere del cibo a terra. Una situazione comune che solleva dubbi sulla sicurezza alimentare e sulle possibili conseguenze per la salute.
Anche se spesso si tende a sottovalutare i rischi associati al consumo di alimenti caduti per terra pensando che bastino pochi secondi perché rimangano sicuri da mangiare, o confidando nella pulizia dei propri pavimenti.
L’evidenza scientifica suggerisce una cautela maggiore soprattutto tra le categorie più vulnerabili della popolazione.
Nonostante i pavimenti domestici possano apparire puliti, essi sono ricettacoli di batteri che possono trasferirsi immediatamente al cibo una volta caduto. Uno studio del 2015 ha evidenziato come i pavimenti possano ospitare più batteri rispetto ad alcuni ambienti esterni, aumentando il rischio di disturbi gastrointestinali o malattie più serie come la Toxoplasmosi, soprattutto se in casa sono presenti animali domestici.
I soggetti con sistema immunitario indebolito, bambini sotto i sei anni, anziani e donne incinte sono particolarmente vulnerabili ai batteri presenti sui pavimenti. Anche se non sempre il consumo di cibo caduto porta a conseguenze negative per la salute, il rischio varia in base alla presenza e al tipo di batterio così come alla condizione fisica dell’individuo.
Contrariamente alla popolare credenza della “regola dei cinque secondi”, gli studi dimostrano che la contaminazione avviene quasi istantaneamente. La durata del contatto con il suolo influisce sul livello di contaminazione: maggiore è il tempo trascorso a terra dal cibo, maggiore sarà la quantità di batterio trasferito.
Il tipo di alimento e la superficie su cui cade giocano un ruolo cruciale nella velocità e nell’entità della contaminazione. Alimenti umidi come l’anguria tendono ad assorbire più germi rispetto ai prodotti secchi come le caramelle gommose. Inoltre, superfici diverse trasferiscono i batteria velocità differente; per esempio, le moquette hanno una capacità minore delle piastrelle o dell’acciaio inossidabile nel contaminare gli alimenti.
La temperatura e l’umidità ambientale possono favorire ulteriormente la proliferazione dei germii rendendo ancora più critica la situazione. È importante ricordare che eventualmente ammalarsi dopo aver consumato un alimento caduto potrebbe non essere direttamente collegato alla sua caduta, ma piuttosto alla presenza preesistente di patogeni sull’alimento stesso o all’interno dell’ambiente domestico.