Negli ultimi tempi, si è assistito a un fenomeno piuttosto controverso nel mondo del lavoro: il licenziamento tramite WhatsApp.
Questa pratica, adottata da alcune aziende, ha sollevato non poche perplessità e interrogativi sulla sua legittimità.
Un caso emblematico è quello che ha coinvolto i dipendenti di una società fornitrice di Euronics nel Lazio, i quali hanno ricevuto la notizia del loro licenziamento attraverso un semplice messaggio sul popolare servizio di messaggistica istantanea.
La domanda che sorge spontanea in questi casi è se tale modalità di comunicazione sia conforme alla legge. Secondo la normativa vigente e le interpretazioni giurisprudenziali, il licenziamento deve essere effettuato in forma scritta per essere considerato valido.
Tuttavia, la legge non specifica dettagliatamente quale debba essere questa “forma scritta”, lasciando aperta la possibilità di utilizzare anche mezzi telematici come email o appunto WhatsApp, purché sia possibile dimostrare l’effettivo ricevimento e conoscenza della comunicazione da parte del destinatario.
Nonostante ciò, l’utilizzo di WhatsApp per comunicare decisioni così rilevanti come un licenziamento solleva diverse questioni pratiche.
Innanzitutto, vi è il problema della prova dell’avvenuto ricevimento e della lettura del messaggio da parte del destinatario. La giurisprudenza ha chiarito che né la doppia spunta blu su WhatsApp né una conferma automatica di lettura via email sono sufficienti a tale scopo. È quindi onere del datore di lavoro dimostrare che il lavoratore abbia effettivamente preso visione della comunicazione.
Di fronte a un licenziamento comunicato tramite WhatsApp senza adeguata prova dell’avvenuto ricevimento da parte del lavoratore, quest’ultimo può intraprendere azioni legali per contestare la validità del provvedimento.
In particolare, può rivolgersi all’autorità giudiziaria chiedendo il reintegro nel posto di lavoro o almeno l’ottenimento delle indennità previste in caso di licenziamento illegittimo.
In situazioni come queste diventa fondamentale anche il supporto dei sindacati e delle associazioni dei lavoratori che possono fornire assistenza legale ai dipendenti colpiti da tali pratiche discutibili.
Essi possono altresì avviare trattative con le aziende per cercare soluzioni più equilibrate e rispettose dei diritti dei lavoratori.
Affrontare il tema delicato come quello del licenziamento richiede attenzione alle forme ma anche alla sostanza delle relazioni tra datore di lavoro e dipendente.
La tecnologia offre nuovi strumenti di comunicazione ma impone al contempo nuove sfide nella tutela dei diritti fondamentali nel mondo del lavoro.