Esistono valide misure che consentono l’uscita anticipata dal mondo del lavoro, accessibili anche con soli 62, 64 o 66 anni di età. Ecco quali sono.
Si può smettere di lavorare non solo con la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata ordinaria ma anche con strumenti alternativi.
Ci sono, infatti, una serie di misure che permettono l’accesso al pensionamento senza dover necessariamente attendere il compimento dell’età anagrafica di 67 anni, ma per le quali bastano 62, 64 o 66 anni. Scopriamo di quali misure si tratta e quali sono i presupposti per poter usufruirne.
In pensione a soli 62 anni grazie a Quota 103: a chi è rivolta?
Lo scorso anno ha riscosso successo una misura che consente di andare in pensione in anticipo a coloro che hanno almeno 62 anni di età, ossia Quota 103.
Per accedervi, però, sono necessari anche 41 anni di contribuzione, dei quali 35 effettivi. Si tratta di uno strumento in vigore dal 1° gennaio 2023, che potrà essere utilizzato fino al prossimo 31 dicembre.
Ovviamente, per chi utilizza Quota 103 con un’anzianità contributiva maggiore sono previsti dei benefici, perché l’importo dell’assegno spettante sarà decisamente più elevato.
In realtà, per chi ha più di 41 anni di contribuzione tale misura non costituisce la scelta migliore, perché si ha a disposizione la pensione anticipata ordinaria, decisamente più conveniente in termini economici. Anche perché la Legge di Bilancio 2024 ha introdotto delle modifiche a Quota 103, rendendola più penalizzante dal punto di vista del calcolo dell’assegno.
Per chi matura i requisiti nell’arco del 2024, infatti, la pensione sarà determinata completamente con il sistema contributivo e fino al raggiungimento dell’età pensionabile (ossia 67 anni) i beneficiari potranno percepire una cifra non superiore a quattro volte il trattamento minimo INPS, cioè 2.394,44 euro. Sono state, inoltre, introdotte delle finestre mobili di 7 mesi per l’accredito della prima rata della pensione, ai dipendenti privati e ai lavoratori autonomi, e di 9 mesi, ai dipendenti pubblici.
Per chi, invece, ha maturato i 62 anni di età e i 41 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2023, continueranno ad applicarsi le vecchie regole.
In virtù delle penalizzazioni alla misura di anticipo pensionistico, chi ha raggiunto un’età contributiva di 35 o di 38 anni nel 2021 o nel 2022 può ancora beneficiare di Quota 100 e Quota 102, che non sono così penalizzanti come Quota 103. Il diritto a tali strumenti di flessibilità in uscita, infatti, è stato cristallizzato e, dunque, chi ha maturato tutti i requisiti entro le date di scadenza previste potrà smettere di lavorare anche nel 2024 sfruttando questi presupposti.
Quota 100, nel dettaglio, è accessibile con 62 anni di età e 38 di contributi, mentre Quota 102 con 64 anni di età e 38 di contribuzione.