Finalmente le pensioni aumentano. Dal prossimo anno sono previsti incrementi importanti per una specifica categoria di contribuenti.
La notizia tanto attesa è arrivata. L’Inps ha comunicato che, dal prossimo anno, arriveranno importanti aumenti sugli assegni previdenziali di alcune persone. Vediamo chi saranno i fortunati che riceveranno una pensione più alta.
Italia fanalino di coda in quanto a stipendi e in quanto a pensioni. Sia gli uni che le altre sono tra i più bassi in Europa e ormai sono del tutto insufficienti ad arrivare alla fine del mese visti i rialzi che hanno colpito tutti i settori. Il potere d’acquisto degli italiani, negli ultimi due anni, si è ridotto fortemente.
Gran parte dei pensionati, inoltre, deve vivere con una pensione minima che supera di poco i 600 euro al mese. Da qui la decisione di molte persone di trasferirsi in paesi come l’Albania e la Romania dove sulle pensioni non ci sono tasse e il costo della vita è notevolmente inferiore rispetto all’Italia. In questo quadro desolante, finalmente arriva una buona notizia da parte dell’Inps: dal prossimo anno le pensioni aumenteranno e gli incrementi saranno davvero importanti, potranno anche raggiungere i 1500 euro in alcuni casi. Ma attenzione: questi aumenti non spetteranno a tutti.
Aumento delle pensioni: ecco chi riceverà molti più soldi
In arrivo assegni pensionistici molto più ricchi nel 2025. Gli incrementi, però, non riguarderanno tutti ma solo una categoria specifica di pensionati. Vediamo tutto nei dettagli.
Chi è nato nel 1958 è molto fortunato in quanto nel 2025 compirà 67 anni, l’età pensionabile stabilità dalla legge Fornero per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria. Molti, però, in pensione ci sono già andati sfruttando Ape sociale. Grazie a questa misura nata nel 2017, è possibile accedere alla pensione a soli 63 anni e 5 mesi se si hanno almeno 30 anni di contributi.
Ape sociale, però, si rivolge solo a categorie specifiche: caregiver da almeno 6 mesi; disoccupati; invalidi con disabilità pari o superiore al 74%; addetti ai lavori usuranti. Per questi ultimi il requisito contributivo non è di 30 anni ma di 36. Questa misura comporta delle penalizzazioni sull’assegno pensionistico.
Infatti, la pensione di chi opta per Ape sociale, non può mai superare 1500 euro al mese, non viene rivalutata e non prevede la tredicesima né la quattordicesima. Tutti questi limiti, però, cessano di esistere quando una persona compie 67 anni in quanto, a quel punto, l’Inps gli riconoscerà la sua pensione di vecchiaia per intero con tanto di tredicesima, quattordicesima – se gli spetta – e rivalutazione annua.
Dunque chi è nato nel 1958 ed è andato in pensione con Ape sociale, dal 2025, anno in cui raggiungerà i 67 anni di età, riceverà una pensione più alta. Pertanto un nato nel 1958 che ha preso 1.500 euro al mese di Ape sociale, dal prossimo anno, grazie al riconoscimento della tredicesima, godrà di una mensilità in più.