Invalidità civile: il rischio di perdere tutto c’è. Ecco l’errore che non si deve mai commettere, nemmeno in buona fede
L’invalidità civile è una condizione che coinvolge numerose persone in Italia, richiedendo una serie di procedure e garanzie legali per garantire i diritti e il sostegno necessario. Questa forma di invalidità è definita dalla Legge n. 188/1971, che stabilisce criteri specifici per il riconoscimento e la gestione di tale status.
Innanzitutto, cos’è esattamente l’invalidità civile? Si tratta di una condizione che riguarda coloro che presentano una menomazione fisica, intellettiva e/o psichica che comporta una permanente incapacità lavorativa non inferiore ad un terzo. Questa definizione, seppur tecnica, sottolinea l’importanza di una valutazione accurata e imparziale delle condizioni del soggetto.
Il processo di riconoscimento dell’invalidità civile coinvolge diverse fasi. Innanzitutto, l’interessato deve presentare una domanda all’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Successivamente, si sottoporrà a un accertamento sanitario, solitamente eseguito da una Commissione medico-legale o presso le ASL, con la partecipazione di un medico INPS. Attenzione alla procedura che si segue, perché, seppur in buona fede, si rischia di perdere tutto.
La procedura di richiesta di aggravamento per invalidità civile è soggetta a specifiche regolamentazioni che è importante comprendere appieno. La Legge n. 188/1971 stabilisce chiaramente i requisiti e le implicazioni di tale richiesta, che può generare incertezze riguardo alla possibilità di perdita dell’invalidità.
Le percentuali di invalidità civile vanno dal 33% al 66% per una lieve invalidità civile, dal 67% al 99% per una medio-grave, fino al 100% per una non autosufficienza. Ogni percentuale corrisponde a differenti benefici, inclusi assegni e pensioni, a seconda dei requisiti amministrativi stabiliti.
La domanda di aggravamento permette a una persona già riconosciuta invalida civile di richiedere una nuova valutazione per ottenere una percentuale di invalidità maggiore. Tuttavia, questa richiesta può comportare rischi, poiché l’INPS potrebbe decidere di ridurre o revocare la percentuale di invalidità già riconosciuta.
Questo è particolarmente vero nei casi di invalidità permanente, dove le condizioni di salute del soggetto possono migliorare nel tempo. Anche se l’invalidità non è soggetta a revisione, esiste comunque il rischio che, in seguito a una nuova valutazione, la percentuale venga ridotta o revocata. Per evitare questo rischio, è consigliabile consultare preventivamente il proprio medico di fiducia prima di presentare la domanda di aggravamento. Una valutazione preliminare può aiutare a comprendere appieno le implicazioni e a prendere una decisione informata.