Ogni lavoratore attende con impazienza dicembre: ciò vuol dire ricevere la tanto attesa tredicesima. Ma ci sono casi in cui non è così?
Con l’arrivo imminente di dicembre, i lavoratori di tutto il paese si preparano ad accogliere un piccolo extra nelle loro buste paga: la tredicesima.
La tredicesima, comunemente nota come bonus natalizio, rappresenta una mensilità retributiva aggiuntiva destinata ai lavoratori dipendenti, un regalo anticipato per il periodo natalizio. Le tempistiche di erogazione possono variare da settore a settore, ma solitamente avviene prima delle festività natalizie, portando sollievo finanziario a milioni di lavoratori in Italia.
La domanda cruciale, tuttavia, è se la tredicesima è obbligatoria per tutti. In generale, per i lavoratori dipendenti, il datore di lavoro è tenuto a erogarla, con la possibilità di decidere la modalità di pagamento, purché rispetti le disposizioni del contratto collettivo. Un’opzione che alcuni datori di lavoro scelgono è la distribuzione della tredicesima attraverso le buste paga mensili anziché in un’unica soluzione alla fine dell’anno. Quand’è invece che non è obbligatoria?
È fondamentale precisare che per coloro che non svolgono un’attività di lavoro subordinata, la tredicesima non è automaticamente obbligatoria. Questa categoria comprende gli stagisti, i tirocinanti, i collaboratori occasionali, i lavoratori autonomi, i titolari di partita IVA, i lavoratori a progetto, i lavoratori parasubordinati.
A differenza di chi è assunto a tempo pieno o part-time, a tempo determinato o indeterminato, rientrano nei casi in cui la tredicesima è obbligatoria gli apprendisti, i lavoratori con contratto a chiamata, quelli impegnati in lavori intermittenti, stagionali, i pensionati e categorie particolari come dirigenti e lavoratori domestici.
Cosa succede se un datore di lavoro non rispetta l’obbligo di erogare la tredicesima? In questo caso, scattano delle sanzioni. Inizialmente, il dipendente può inviare un sollecito e il datore di lavoro è tenuto a procedere al pagamento entro 40 giorni. Se la situazione persiste, è possibile rivolgersi all’Ispettorato Nazionale del Lavoro o ai sindacati, che agiranno come intermediari per far riconoscere il dovuto al lavoratore.
Nel caso estremo in cui la tredicesima continui a non essere pagata, sarà necessario intraprendere azioni legali attraverso il ricorso al decreto ingiuntivo. Il mancato pagamento della tredicesima non comporta solo conseguenze legali per il datore di lavoro, ma può anche essere utilizzato come giustificato motivo per dimissioni per giusta causa da parte del dipendente. Questo sottolinea l’importanza di rispettare gli obblighi contrattuali e di garantire che i lavoratori ricevano tutte le retribuzioni spettanti, inclusa la tredicesima mensilità.