In tanti stanno commettendo questo errore, con il risultato di perdere non pochi soldi. Per risolvere basta parlare con l’INPS e rimediare.
Forse non tutti ne sono a conoscenza, ma esiste una prestazione che nel corso del tempo si può a tutti gli effetti considerare, quella maggiormente persa dagli italiani. In tanti commettono questo errore con un unico risultato: perdere i soldi che gli spettano.
Stiamo parlando della NASPI, per chi non lo sapesse si tratta di una indennità che l’INPS da ai lavoratori che perdono il lavoro in modo involontario. Infatti, parliamo di un lavoratore che non ha figli a carico fino a 21 anni e che quindi non ha diritto all’Assegno Unico, ebbene, cosi come si legge nella nota ufficiale: “Non avendo redditi propri superiori a 2.840 euro, dà diritto agli Assegni”.
In questo caso, il diritto in questione non viene perso quando il lavoratore perde il lavoro e questo perchè gli assegni per il nucleo familiare spettano anche in presenza di NASPI. Ma entriamo ancora di più nel particolare per capire meglio la questione.
Quindi, per capirci meglio, chi perde in modo involontario il proprio lavoro ha diritto a prendere la NASPI che è un vero e proprio ammortizzatore sociale che si può aggiungere agli Assegni per il Nucleo Familiare. E questo vale anche per i titolari di pensione, i beneficiari delle indennità di mobilità, della cassa integrazione e perfino della disoccupazione.
“Essendo disoccupati indennizzati dall’INPS tramite la NASPI, la domanda dovrà essere inviata direttamente allo stesso istituto Previdenziale”- riporta la nota ufficiale dell’Istituto previdenziale, che spiega che il tutto deve avvenire in modo telematico e tramite la procedura che seguono anche pensionati e disoccupati, accedendo all’area riservata con CIE, CNS o SPID, oppure tramite i Patronati o gli altri professionisti abilitati possono dare una mano agli interessati.
Il problema è che essendo poco conosciuto come aiuto, in tanti rischiano di perderlo e per questo motivo, per salvaguardare i contribuenti dal dire addio a qualcosa che gli spetta, ci sta la prescrizione lunga degli ANF e quindi, anche se gli ANF non vengono richiesti subito, possono essere richiesti in un secondo momento.
E non è finita qua, perchè in questo caso li ANF non si perdono se non decorrono 5 anni dalla data in cui è stato maturato il diritto. Quindi chi ha dimenticato di chiedere il proprio contributo all’Inps, può farlo entro cinque anni riuscendo anche a prendere le mensilità arretrate. Perché anche se in ritardo, gli Assegni del coniuge a carico li paga l’INPS.