Pensione anticipata per una certa categoria di lavoratori a causa dei danni subiti durante la pandemia di Covid.
L’Inps ha deciso di venire incontro ad alcuni lavoratori che sono stati particolarmente danneggiati dalle chiusure dovute alla pandemia di Covid. Ad una certa categoria verrà erogata la pensione in anticipo.
I due anni di pandemia di Covid sono stati un dramma non solo dal punto di vista sanitario ma anche sotto il profilo economico. I periodi di lockdown, le zone rosse, le chiusure anticipate hanno messo in ginocchio milioni di attività commerciali, alberghiere e ristorative. Alcune, finito il lockdown, piano piano si sono riprese mentre altre, purtroppo, non ce l’hanno fatta e hanno abbassato la saracinesca per sempre.
Milioni di imprenditori hanno dichiarato fallimento e altrettanti lavoratori dipendenti hanno perso il lavoro. Il Covid ha stravolto l’economia del nostro Paese e del mondo intero. L’Inps ha deciso di venire incontro ad alcune categorie che sono state particolarmente colpite durante i due anni di pandemia. Pertanto ad alcuni lavoratori verrà riconosciuta la pensione anticipata.
L’istituto nazionale di previdenza sociale ha recentemente confermato che riconoscerà la pensione anticipata ad una certa categoria di lavoratori che sono stati particolarmente colpiti durante i due anni di pandemia di Covid. Vediamo di chi si tratta.
L’Inps ha comunicato che chi è rimasto disoccupato a causa della pandemia di Covid potrà accedere alla pensione anticipata con Ape sociale. Questa misura, introdotta nel 2017 ma mai diventata strutturale, è stata riconfermata dal Governo Meloni anche per il 2024. Grazie ad Ape sociale i lavoratori rimasti disoccupati potranno accedere alla pensione a soli 63 anni anziché a 67 come previsto dalla legge Fornero. Il requisito contributivo minimo è di 30 anni.
Si ricorda che Ape sociale non è una vera e propria pensione ma una sorta di “assegno ponte” verso la pensione di vecchiaia ordinaria. Con Ape sociale l’assegno mensile non può mai superare i 1500 euro e non sono previste né la tredicesima, né la quattordicesima né la rivalutazione annua. Tutte queste limitazioni verranno meno solo una volta che il soggetto avrà compiuto 67 anni: a quel punto avrà diritto a ricevere la sua pensione di vecchiaia per intero.
Tra il pensionamento a 63 anni e il raggiungimento dei 67 anni, inoltre, una persona non potrà tornare a lavorare per arrotondare la pensione. Potrà, al massimo, svolgere lavori occasionali in forma autonoma fino ad un massimo di 5000 euro l’anno. Ape sociale, oltreché ai disoccupati, si rivolge anche alle seguenti categorie: caregiver da almeno 6 mesi, disabili con invalidità pari o superiore al 74%, addetti a mansioni gravose da almeno 7 anni negli ultimi 10. Chiunque abbia perso il lavoro a causa della pandemia di Covid e sia, dunque, disoccupato potrà fare richiesta all’Inps.