Arrivano novità negative per gli italiani, che comportano una riduzione dell’assegno pensionistico per alcune categorie di lavoratori, in particolare coloro che andranno in pensione anticipatamente quest’anno.
Con la pubblicazione della circolare n. 78 del 2024, l’INPS ha messo in atto le disposizioni previste dalla legge di Bilancio 2024 (legge n. 2013 del 2023), annunciando un importante cambiamento che riguarda principalmente i dipendenti degli enti locali e del settore sanitario.
La circolare specifica chiaramente chi saranno i soggetti maggiormente colpiti da questa riforma: si tratta dei lavoratori che, a partire dal primo gennaio di quest’anno, sono andati in pensione con meno di quindici anni di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.
Per loro, la legge prevede una diminuzione delle aliquote di rendimento applicate sulla retribuzione pensionabile, ovvero quella percentuale calcolata sulla media delle ultime retribuzioni per determinare l’importo della pensione secondo il sistema retributivo.
Nonostante le restrizioni introdotte, alcuni lavoratori non saranno soggetti al taglio dell’assegno. Tra questi figurano coloro che accedono alla pensione anticipata avendo raggiunto i requisiti necessari entro il termine del precedente anno o coloro che vengono collocati d’ufficio in quiescenza dall’amministrazione pubblica a cui appartengono all’età di sessantacinque anni.
Inoltre, sono escluse diverse forme di pensionamento come la Quota 103 e la Quota 97,6.
Il taglio dell’assegno, la misura mitigatrice
Per quanto concerne il personale sanitario iscritto alla CPS e gli infermieri aderenti alla CPDEL, viene introdotta una misura mitigatrice: il taglio dell’assegno sarà ridotto proporzionalmente al ritardo nell’accesso alla pensione rispetto all’età prevista. Di fatto, posticipando l’uscita dal lavoro di tre anni si potrebbe annullare completamente la diminuzione prevista.
Un ulteriore aspetto riguarda le nuove regole per il calcolo dell’onere da sostenere nel caso si vogliano riscattare periodi contributivi antecedenti al termine del ’95.
Le modifiche incidono soprattutto su chi presenta domanda nel corso dell’anno corrente e potrebbero comportare un aumento significativo dei costi a carico dei lavoratori interessati.
Infine, viene annunciato un progressivo allungamento della cosiddetta finestra mobile – ovvero quel periodo che intercorre tra il raggiungimento dei requisiti per la pensione e l’effettiva liquidazione dell’assegno – esclusivamente per quei casi in cui si accede alla pensione anticipata. A partire dal prossimo anno questo intervallo aumenterà gradualmente fino a raggiungere i nove mesi nel 2028.
Queste novità delineano uno scenario complesso per molti lavoratori italiani che vedranno modificarsi sensibilmente le condizioni d’accesso alle prestazioni previdenziali nei prossimi anni.
La circolare INPS segna quindi un punto fermo nella strategia governativa volta a contenere la spesa pubblica attraverso una più stretta regolamentazione delle uscite anticipate dal mondo del lavoro.