Le persone che hanno un cronotipo serale e notturno rischiano di causare danni importanti alla propria salute: scopriamo cosa significa.
Quando siamo maggiormente attivi? Di giorno oppure di notte? Ed ancor più nel dettaglio: preferiamo dedicarci al compimento dei nostri doveri professionali o di studio (ma anche personali) prevalentemente di mattina, di pomeriggio, di sera oppure nel cuore della notte? Ebbene, in base a ciò potrebbe dipendere il nostro livello di benessere o di malessere.
È un recente studio statunitense, effettuato su più di 63.000 infermieri dai ricercatori del Brigham and Women’s Health Hospital di Boston, ad aver messo in correlazione il cronotipo dei partecipanti con il loro stato di salute. Ma cos’è il cronotipo? Ebbene, è il momento della giornata in cui una persona desidera – o è predisposta a – essere maggiormente attiva.
Dunque esistono cronotipi che privilegiano, potremmo dire, la luce del sole ed altri che preferiscono invece il chiar di luna. I ricercatori si sono quindi domandati se il livello di benessere delle persone – o viceversa di malessere – dipenda in qualche modo dal cronotipo di ciascuno. In altre parole: in termini di salute, conviene di più un cronotipo giornaliero oppure serale? Oppure è irrilevante? Ecco i risultati.
I risultati dello studio dei ricercatori di Boston
I risultati ottenuti dal gruppo di ricerca di Boston non hanno lasciato adito a fraintendimenti: “Infermieri di mezza età con un cronotipo serale – si legge nel rapporto – avevano maggiori probabilità di condurre comportamenti di vita non salutari”. Ma c’è di più: il rischio maggiore riscontrato dai risultati dello studio è che il cronotipo serale e notturno comporti maggiori possibilità di insorgenza “di diabete rispetto al cronotipo mattutino”.
Inoltre, la compensazione effettuata nei casi di cronotipo serale e notturno attraverso “attività fisica, dieta ed altri fattori modificabili dello stile di vita, ha attenuato in gran parte, ma non del tutto, l’aumento del rischio di diabete”, pari complessivamente ad un significativo +72% per il diabete di tipo 2. E nonostante il rischio sia risultato diminuire al +19% nei casi di attenzione alla dieta, all’attività di stress fisico salutare e di riposo, resta tuttavia un fattore particolarmente compromettente.
Dunque secondo lo studio essere più attivi di notte che di giorno può compromettere significativamente la salute, nonché favorire una maggiore assunzione di alcolici, una pratica di fumo più assidua, minor attività fisica, abbassamento della qualità del cibo ed anche dei periodi di riposo. Per questo motivo, a professionisti come gli infermieri impegnati necessariamente in turni notturni, è consigliabile alternare i cicli di attività con regolarità, monitorando costantemente le ripercussioni sul proprio livello di benessere fisico, psichico ed emotivo.