L’eccessivo consumo di caffè può portare a spiacevoli effetti collaterali, tra cui mal di stomaco e dolore addominale.
Con il suo aroma inconfondibile e la capacità di donare energia, è una delle bevande più consumate e apprezzate in tutto il mondo.
Tuttavia, nonostante i suoi indiscutibili benefici può portare disturbi che possono essere causati da diversi fattori legati alla composizione del caffè stesso e alla sensibilità individuale.
Sebbene il consumo moderato di questa amata bevanda possa apportare diversi benefici all’organismo umano ed essere parte integrante delle nostre routine quotidiane.
È importante ascoltarsi e adottarne un consumo consapevole soprattutto se si tendono a sviluppare disturbi gastrointestinali.
Mal di stomaco da caffè: un disagio comune tra gli amanti della bevanda
La caffeina è uno degli elementi chiave che conferisce al caffè le sue note proprietà stimolanti. Tuttavia, può anche essere la causa di dolorosi crampi addominali per alcuni individui. Essendo uno stimolante gastrointestinale, favorisce la produzione di acido nello stomaco che può irritare la mucosa gastrica provocando nausea e costipazione in alcuni casi.
Altri composti presenti nel caffè, come gli acidi clorogenici e la trigonellina, possono intensificare ulteriormente questi sintomi.
Stitichezza
Nonostante il ruolo del caffè nell’incoraggiare i movimenti intestinali grazie alle sue proprietà diuretiche, per alcune persone l’effetto può essere opposto causando stitichezza. Questo fenomeno si verifica quando la disidratazione indotta dalla caffeina rende più difficoltoso il transito intestinale delle feci.
Sensibilità alla caffeina
La tolleranza alla caffeina varia significativamente tra gli individui; coloro che sono particolarmente sensibili possono sperimentare effetti avversi anche a basse dosi. Per queste persone è consigliabile limitarsi a una quantità giornaliera inferiore rispetto ai 400 milligrammi generalmente considerati sicuri.
Componenti aggiuntivi
Spesso non è il caffè in sé a provocare disturbi ma ciò che vi aggiungiamo: panna, latte o zucchero possono essere i veri responsabili dei sintomi gastrointestinali come gonfiore o nausea.
Sindrome dell’intestino irritabile
Per chi soffre della sindrome dell’intestino irritabile (IBS), il consumo di caffè può esacerbare i sintomi quali dolore addominale e crampi. La presenza nel caffè di specifiche molecole bioattive potrebbe scatenare reazioni negative in questi soggetti.
Per godere dei piaceri del caffè senza soffrire dei suoi effetti collaterali esistono alcuni accorgimenti utilizzabili:
- Tostatura: optare per miscele tostate scure può ridurre l’irritazione gastrica poiché stimolano meno la secrezione acida.
- Evitare additivi: se si è intolleranti al lattosio o sensibili agli zuccherini aggiuntivi meglio consumarlo puro.
- Non berlo a stomaco vuoto: accompagnarlo con cibo per mitigarne gli effetti irritanti.
- Caffè decaffeinato: una possibile soluzione per chi risente negativamente della caffeina pur tenendo presente che anche questa versione contiene acidi potenzialmente fastidiosi.