Bisogna fare molta attenzione se si ha a che fare con un gatto e soprattutto in caso di graffio: come riconoscerne la malattia, scopriamolo.
Come prima cosa cerchiamo di capire di cosa parliamo quando parliamo di quella che più comunemente viene conosciuta come malattia del graffio del gatto, ma che in realtà in ambito medico è nota come bartonellosi. Nello specifico, infatti, si tratta di un’infezione causa da microorganismi batterici, e che rientra a pieno titolo nella categoria delle cosiddette zoonosi.
Vale a dire di quelle malattie che vengono trasmettere agli essere umani dagli animali, e in questo caso più nello specifico o in modo più diffuso dal gatto. Quando si tratta di questo tipo di malattia, però, è molto importante riuscire a individuarne subito i sintomi così da agire in modo tempestivo. E, soprattutto, essere informati su quelle che potrebbero essere le possibili conseguenze.
Premesso che dunque questa malattia possa generarsi proprio tramite il graffio di un gatto, in quanto è legata proprio alla presenza di artigli o all’interno del cavo orale, cerchiamo ora di comprendere in che modo possiamo individuarlo e quando dobbiamo ritenere pericoloso un graffio.
Gatto, riconoscere la malattia del graffio
Cominciamo con il comprendere quali sono i possibili sintomi che possiamo individuare come rappresentativi per quanto riguarda proprio questa malattia del graffio del gatto. Innanzitutto, possiamo sin da subito evidenziare nei casi non asintomatici un possibile ingrossamento e indolenzimento dei linfonodi in sede ascellare o ancora nella regione in cui si trova la lesione cutanea interessata. Solitamente, il periodo di incubazione va dai 3 ai 21 giorni, ma già dopo una decina di giorni è possibile constatare l’insorgenza di una papula o di una vescicola arrossata e con crosta.
Solitamente queste manifestazioni sono indolori, ma possono anche verificarsi dei casi in cui invece sono associate ad un maggiore dolore. Superati i 14 giorni, e in particolare fino alle 4 settimane si potrebbe assistere anche all’ingrossamento dei linfonodi di cui vi abbiamo precedentemente parlato, ma ci sono anche tanti altri sintomi come la febbre, il malessere, la cefalea o il mal di gola e i dolori articolari. In alcuni casi potrebbero persino verificarsi delle complicazioni a carico della milza e del fegato.
Per quanto riguarda la cura dal graffio di un gatto va detto che, nella maggior parte dei casi, i pazienti tendono a guarire da soli e senza complicazioni, tolte alcune eccezioni in cui la situazione si fa più grave. In linea generale, e nei casi più comuni, la situazione dovrebbe risolversi accompagnando il tutto a una possibile terapia antibiotica e antinfiammatoria che può andare dai 7 ai 14 giorni. In ogni caso, si consiglia sempre di prestare attenzione, soprattutto quando ci si avvicina a gatti randagi o di cui non si conosce lo stato di salute.