In alcuni casi il datore di lavoro può vietare la pausa caffè o sigaretta ai propri dipendenti, ma solo a certe condizioni.
La classica pausa per il caffè o per la sigaretta, soprattutto in alcune giornate di lavoro molto stressanti, è un vero e proprio must per i lavoratori. Ma davanti alla legge come viene considerato questo momento di momentaneo distacco dall’attività lavorativa?
In sostanza la pausa caffè è un diritto del lavoratore? Oppure il datore di lavoro può vietare di concedersi questo piccolo momento ristoratore per sorseggiare una tazzina di caffè o fumare una sigaretta? Come stanno le cose?
Innanzitutto bisogna intendersi su cosa sia la pausa, che per la legge non è altro che una maniera per recuperare energie psicofisiche, consumare il pasto e attenuare la monotonia e la ripetitività delle mansioni. Ciò detto, la normativa riconosce la pausa soltanto a determinate condizioni.
Pausa caffè o sigaretta, ecco quando il datore di lavoro può vietarla
In pratica la normativa concede al dipendente il diritto alla pausa lavorativa quando l’orario di lavoro giornaliero è superiore alle sei ore. A stabilire modalità e durata della pausa caffè-sigaretta sono i contratti collettivi di lavoro o i regolamenti aziendali. Quando manca la disciplina collettiva la pausa deve essere comunque almeno pari a 10 minuti.
Bisogna inoltre sapere che la pausa può essere fruita in qualunque momento della giornata di lavoro. Se dovesse mancare una previsione collettiva, il momento di fare la pausa verrà deciso dal datore di lavoro sulla base delle necessità richieste dal processo lavorativo. Resta comunque il fatto che a norma di legge la pausa non può essere inferiore a 10 minuti.
Per tornare alla domanda iniziale, il datore di lavoro avrà facoltà di vietare la pausa ai propri dipendenti solo quando questa dovesse protrarsi oltre il periodo di tempo previsto dal CCNL o dal regolamento aziendale oppure, in assenza di disciplina collettiva, quando si superano i 10 minuti di stop momentaneo dalle mansioni lavorative.
La pausa caffè o sigaretta non rientra nell’orario di lavoro o nel periodo di riposo giornaliero. È un momento di non lavoro che generalmente non viene retribuito. Essendo poi un diritto indisponibile non si può sostituire con un compenso economico. Quando però la pausa è inferiore ai famosi 10 minuti la normativa prevede che sia retribuita, come nel caso dei rapidissimi intervalli per alleggerire il carico di lavoro o per le necessità fisiologiche del dipendente.