I pensionati devono sempre essere consapevoli di quelli che sono i limiti previsti dalla Legge e dall’INPS.
Bisogna sempre prestare attenzione a quelle che potrebbero essere delle sanzioni a cui alcuni pensionati potrebbero essere soggetti. I casi in cui possono verificarsi farebbero scattare anche le restituzioni indebite di certe somme percepite.
Vi sono quindi dei rischi, di cui il pensionato deve essere assolutamente consapevole, onde evitare dei danni al reddito pensionistico percepito. Imporre limiti e condizioni alle misure previdenziali è un aspetto che non va affatto ignorato da parte dei pensionati.
L’INPS, le limitazioni e i rischi.
La Quota 103 prevede il divieto di accumulare reddito con il lavoro. L’INPS prevede anche una certa soglia entro la quale è possibile il reddito. Facciamo chiarezza per i pensionati. Essere consapevoli per evitare sanzioni e restituzioni indebite è fondamentale.
L’Istituto di Previdenza Sociale (INPS) ha avviato alcune misure, in determinati casi, per recuperare dei soldi erogati per le pensioni. Questo nel caso in cui non si rispettino delle condizioni. Il tutto per garantire una equa e giusta distribuzione delle risorse.
Accade che alcuni pensionati violino le regole per la erogazione della loro pensione attuando dei lavori occasionali e brevi. In questo caso vengono superati quei limiti imposti dall’ INPS per una possibile attività lavorativa quando si percepisce anche una pensione.
Proprio in questi casi bisogna prestare estrema attenzione. Vi sono infatti varie leggi che impongono dei divieti proprio in merito ai pensionati. Parliamo di coloro che, oltre a percepire una regolare pensione, svolgono nello stesso tempo anche dei piccoli lavori per “arrotondare” una cifra pensionistica, la quale non è mai abbastanza per alcuni nel condurre una vita decente.
Si ammette il cumulo dei redditi da lavoro fino a un massimo di 5000 euro lordi annui. Questa la soglia da rispettare. Una normativa che l’INPS ha reso pubblica il 30 gennaio 2024. Altro aspetto che va sottolineato in merito alle pensioni e ai limiti previsti dalla Legge e dall’ INPS, è che l’Ape sociale è incompatibile con il reddito da lavoro dipendente o autonomo.
Anche qui vi è un tetto da rispettare per il limite di reddito, il quale è sempre sulla soglia dei 5.000 euro lordi. Quindi se si superano i limiti nei suddetti casi appena citati, ecco che si verifica il tanto temuto decadimento del beneficio e quindi scatta a questo punto la richiesta da parte dell’ INPS di quei soldi che sono stati percepiti in modo indebito dal pensionato.