In pensione prima ma con un importo più basso. Le donne con figli sono svantaggiate dal punto di vista economico.
Lasciare prima il mondo del lavoro ma con un assegno pensionistico dal valore inferiore. Questo è il destino delle lavoratrici con figli. Scopriamo a cosa è dovuta questa differenze di importo.
Il sistema pensionistico italiano prevede diverse misure di pensionamento anticipato ma non tutte sono vantaggiose per i lavoratori. Uscire prima dal mondo del lavoro significherà nella maggior parte dei casi accettare un assegno più basso rispetto a quello che si otterrebbe attendendo la pensione di vecchiaia (67 anni di età). In alcuni scivoli, poi, la differenza economica sarà ancora maggiore arrivando anche ad un -30%.
A peggiorare la situazione il sistema di calcolo contributivo che riduce la pensione rispetto al sistema di calcolo misto e retributivo. Il futuro si preannuncia triste per i lavoratori dato che rimarrà solo il contributivo come metodo di conteggio dell’assegno pensionistico. In più si prevede che le misure di pensionamento anticipato diventeranno sempre più stringenti dovendo tentare di salvaguardare il sistema previdenziale italiano che è a rischio a causa dell’inverno demografico. Già adesso per le lavoratrici c’è una beffa.
Opzione Donna e il taglio dell’assegno maggiore per le donne con figli
Opzione Donna è lo scivolo che permette alle lavoratrici di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro. Si rivolge alle caregiver da almeno sei mesi, alle invalide al 74% e alle disoccupate/impiegate in un’azienda in stato di crisi. Permette il pensionamento con 35 anni di contributi e soddisfacendo un requisito anagrafico che varia in base al numero di figli.
Le donne possono andare in pensione a 61 anni se non hanno figli, a 60 anni se hanno un figlio e 59 anni se hanno due o più figli. Proprie quest’ultime riceveranno il taglio dell’assegno più oneroso. Il motivo è facilmente comprensibile. Opzione Donna prevede che l’assegno sia calcolato con il sistema contributivo indipendentemente da quando si sono iniziati a maturare i contributi. Significa che la lavoratrice che ha numerosi contributi versati prima del 1996 potrebbe vedersi ridurre l’importo della pensione anche del 30%.
La differenza diventa maggiore per le donne con due o più figli perché potendo lasciare il lavoro in anticipo avranno un coefficiente di trasformazione meno conveniente. Ricordiamo che il calcolo contributivo tiene conto del montante contributivo su cui si applica questo coefficiente che varia in base all’età. Più si attende il pensionamento più il coefficiente sarà alto e vantaggioso. Chi esce prima, dunque, perderà soldi.