La perdita di memoria è un fenomeno che può suscitare preoccupazione e ansia, soprattutto quando si manifesta in modo evidente e improvviso.
Spesso, il primo pensiero va a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Tuttavia, non sempre questo sintomo è segno di una condizione irreversibile o degenerativa.
Esistono diverse cause reversibili di perdita della memoria che, una volta identificate e trattate adeguatamente, possono permettere un completo recupero delle funzioni cognitive.
Una delle prime cause reversibili di disturbi della memoria da considerare sono le carenze vitaminiche. Vitamine del gruppo B come la B12, la B3 (niacina) e la B1 (tiamina) sono essenziali per il corretto funzionamento del sistema nervoso. La vitamina B12 in particolare è nota per il suo ruolo cruciale nella salute neuronale; una sua carenza può portare a disturbi della memoria e confusione mentale. È importante sottolineare che tali condizioni sono facilmente individuabili attraverso esami del sangue e altrettanto facilmente correggibili con l’integrazione alimentare o farmacologica.
Un’altra causa significativa dei disturbi della memoria sono le alterazioni ormonali, in particolare quelle legate alla funzione tiroidea. Sia l’ipertiroidismo sia l’ipotiroidismo possono manifestarsi con sintomi quali difficoltà di concentrazione, problemi di memoria, variazioni dell’umore e alterazioni comportamentali. Il controllo degli ormoni tiroidei attraverso specifici esami del sangue può rivelarsi determinante nel diagnosticare queste condizioni ed avviare un trattamento mirato.
Le alterazioni degli elettroliti nel sangue rappresentano un’altra possibile causa reversibile dei disturbi della memoria. In particolare, variazioni nei livelli di sodio e calcio possono provocare stati confusionali, instabilità emotiva oltre a problemi mnemonici. Anche in questo caso, un semplice esame del sangue può aiutare a identificare il problema permettendo così l’avvio delle correzioni necessarie.
Non bisogna sottovalutare l’impatto che alcuni farmaci possono avere sulle capacità cognitive e sulla memoria. Molti medicinali utilizzati per trattamenti prolungati o quelli agiscono sul sistema nervoso centrale – come le benzodiazepine spesso prescritte per favorire il sonno – possono causare effetti collaterali quali confusione mentale o dimenticanze frequenti. È quindi importante valutare attentamente sia la necessità sia il dosaggio dei farmaci assunti ed eventualmente considerarne la sostituzione o la sospensione sotto controllo medico.
Il Delirium rappresenta un’altra condizione medica caratterizzata da rapidi cambiamenti nelle capacità cognitive tra cui attenzione ridotta e disorientamento temporale-spaziale; spesso si verifica negli anziani durante ricoveri ospedalieri o dopo interventi chirurgici ma può essere anche conseguenza di infezioni sistemiche non direttamente correlate al sistema nervoso centrale come polmoniti o infezioni urinarie.
Infezioni specifiche del sistema nervoso centrale come meningiti o meningoencefaliti possono manifestarsi con sintomi cognitivi tra cui difficoltà mnemoniche ed episodi confusionari; riconoscere questi segnali precocemente consente interventi tempestivi che possono evitare danni permanenti.
Infine non va trascurato l’impatto dell’abuso o dell’astinenza da alcol droghe su alcune tipologie di medicine nell’influenzamento delle capacità cognitive compresa la memorizzazione; anche qui riconoscere i segnali precoci consente intervento tempestivo migliorando significativamente i risultati.
Identificando tempestivamente queste cause potenzialmente reversibili attraverso accurata anamnesisi ed esami mirati è possibile intervenire efficacemente migliorando notevolmente qualità vita soggetti coinvolti evitando precipitosamente etichettarli affetti patologie degenerative irreversibili quali demenze Alzheimer Parkinson etcetera dimostrando ancora volta quanto sia importante approccio multidisciplinario nella gestione salute soprattutto quella neurologica anziani ma non solo