La questione degli inquilini morosi e delle tempistiche necessarie per procedere allo sfratto è un argomento che suscita interesse e preoccupazione sia per i locatori sia per i conduttori.
In questo articolo, esploreremo i vari aspetti legati alla morosità dell’affitto, cercando di fornire una panoramica chiara e dettagliata.
Nonostante alcune credenze popolari, non è possibile ritardare o sospendere lo sfratto sulla base della presenza nell’appartamento di soggetti vulnerabili come minorenni, disabili o anziani.
L’unica strategia rimanente all’inquilino consiste nel procrastinare fino all’esecuzione forzata dello sgombero da parte delle autorità competenti.
Mentre le procedure legali offrono alcuni strumenti sia ai locatori sia agli inquilini nel gestire situazioni di morosità affittizia, le tempistiche possono variare considerevolmente a seconda dei casi specifici e delle azioni intraprese dalle parti coinvolte.
Quanti mesi senza pagare l’affitto
Il primo passo che il locatore deve compiere quando si trova di fronte a un inquilino moroso è l’intimazione dello sfratto. Questa può essere effettuata solo 20 giorni dopo la scadenza del termine stabilito per il pagamento dell’affitto. È importante notare che il mancato pagamento anche di una sola mensilità autorizza il locatore a procedere con questa azione. Nel caso in cui la morosità riguardi le spese condominiali, lo sfratto può essere intimato solo se il debito accumulato è pari ad almeno due mensilità e se sono trascorsi almeno 60 giorni dalla richiesta di versamento.
Una volta inviata l’intimazione tramite avvocato, si avvia la procedura giudiziaria che prevede la notifica all’inquilino mediante ufficiale giudiziario di un atto di citazione dinanzi al Tribunale. Da questo momento, l’inquilino è tenuto a liberare l’immobile, anche se nella pratica molti attendono la conclusione della procedura giudiziale prima di farlo. Tale procedura include al massimo due udienze ed è qui che si determinano le tempistiche effettive dello sfratto.
Per ottenere l’ordinanza di sfratto possono essere necessari dai 4 ai 6 mesi. Se nonostante ciò l’inquilino permanesse nell’immobile, sarebbe necessario attendere ulteriormente dai 3 ai 6 mesi per permettere l’esecuzione forzata dello sfratto con intervento dell’ufficiale giudiziario e possibilmente della forza pubblica. Durante questo periodo continuano ad accumularsi i canoni d’affitto non pagati, aumentando così il debito del conduttore nei confronti del locatore.
Durante la prima udienza dinanzi al giudice, esiste una possibilità concessa all’inquilino moroso: chiedere un termine aggiuntivo di 90 giorni per saldare il debito (termine di grazia). Questa opzione rappresenta uno dei motivi principali per cui le tempistiche relative all’emissione dell’ordinanza possono prolungarsi significativamente rispetto alle aspettative iniziali del locatore.