Che cosa succede in Rai? La riduzione del canone avrà una conseguenza inattesa, vediamo di che cosa si tratta.
Tra le novità in termini di pagamento e di spese da affrontare per le famiglie, una è sicuramente positiva. Infatti con l’approvazione della Legge di Bilancio 2024, avvenuta pochi giorni fa, il canone Rai scende del 25 per cento. Infatti questo comporta una riduzione della somma da versare da 90 a 70 euro annuali.
Il risparmio in bolletta è di 20 euro e di questi tempi è comunque un piccolo contributo al bilancio delle famiglie. Ma questa decisione avrà degli impatti di diverso tenore sul bilancio economico dell’azienda televisiva di Stato. Le entrate non verranno integrate dall’extra-gettito, cioè quella porzione del canone che finiscono nel fondo per l’editoria. La conseguenza è un periodo difficile che si prospetta per la Rai, tanto da richiedere un intervento preciso. Ma di che si tratta?
Taglio al canone, cosa chiede la Rai
La soluzione prospettata per compensare le minori entrate dopo il taglio del canone è l’innalzamento del tetto pubblicitario che impone alla televisione di stato una quantità di inserzioni pubblicitarie più bassa rispetto alle televisioni commerciali. Su questo tema si intreccia la questione del confronto di ascolti tra le varie emittenti televisive.
Il confronto tra Rai e Mediaset, le principali concorrenti sul mercato televisivo italiano, si regge su una pari distribuzione di canali generalisti, tre per parte – Rai 1, Rai 2 e Rai 3, da un lato, Canale 5, Retequattro e Italia 1, dall’altro – e un confronto serrato per quanto riguarda le televisioni specializzate del digitale terrestre. In questo settore Mediaset appare in vantaggio, soprattutto per quanto concerne la proposta di film in televisioni.
Infatti i palinsesti delle televisioni Mediaset dedicate al cinema appaiono più ricche di titoli di successo, mentre le proposte Rai hanno minor impatto sul pubblico con target di visione più piccoli. Naturalmente il confronto tra le due aziende è molto intenso con un’interpretazione dei dati d’ascolto che premia ora l’una ora l’altra concorrente.
Questa situazione potrebbe cambiare, se la richiesta della Rai di modificare il tetto pubblicitario, fissato per legge, fosse accolta dal governo. Bisogna poi considerare che il Testo unico dei servizi media audiovisivi e radiofonici (Tusmar) prevedeva un adeguamento Istat del canone che non c’è mai stato. Quindi l’innalzamento del tetto pubblicitario servirebbe alla Rai proprio per supplire ai mancati introiti derivanti dalla riduzione del canone.
Questa soluzione lascia del tutto insoddisfatti i concorrenti, a cominciare da Mediaset, ma comunque al momento non appare certa e dovrà passare attraverso una discussione politica tra le forze di maggioranza e il risultato non è scontato.