La pensione di reversibilità è un’indennità pensionistica destinata al coniuge o ai familiari superstiti del pensionato deceduto. Ecco le ultime modifiche.
La pensione di reversibilità è uno dei pilastri del sistema previdenziale italiano, offrendo una sicurezza economica ai coniugi e ai familiari superstiti in caso di decesso del pensionato. Questo vitalizio, erogato dall’INPS, garantisce un sostegno finanziario continuativo agli aventi diritto, mitigando il peso economico della perdita del coniuge o del genitore. Ecco come cambia la situazione alla luce di una recente sentenza della Corte Costituzionale.
La pensione di reversibilità è un’indennità pensionistica destinata al coniuge o ai familiari superstiti del pensionato deceduto. Essa viene erogata in base al reddito del defunto e può rappresentare una percentuale della pensione goduta da quest’ultimo. Questo meccanismo consente al coniuge o ai familiari di continuare a beneficiare di un reddito previdenziale anche dopo la scomparsa del pensionato.
I beneficiari della pensione di reversibilità sono principalmente il coniuge superstite e, in alcuni casi, anche i figli minori o gli altri familiari a carico del defunto. Tuttavia, è importante sottolineare che non tutti i pensionati hanno automaticamente diritto a questo tipo di pensione. Spetta principalmente ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti alla previdenza obbligatoria, mentre possono esserci casi particolari per altre categorie di lavoratori.
L’importo della pensione di reversibilità dipende da vari fattori, tra cui il reddito del pensionato deceduto e il numero dei beneficiari. Di solito, il coniuge superstite riceve una percentuale della pensione del defunto, che può variare in base alle disposizioni normative e alle specifiche situazioni familiari. L’erogazione avviene mensilmente, come per le normali pensioni, e può essere soggetta a rivalutazioni periodiche.
La pensione di reversibilità svolge un ruolo cruciale nel garantire la sicurezza economica dei superstiti, consentendo loro di affrontare la perdita del coniuge o del genitore senza dover fronteggiare improvvisamente problemi finanziari. Questo sostegno continuativo aiuta a preservare il tenore di vita e a garantire la stabilità economica della famiglia durante un periodo di transizione difficile. Oggi arriva una importante pronuncia da parte della Corte Costituzionale.
Ricalcolo pensione reversibilità: la sentenza della Corte Costituzionale
L’INPS procede automaticamente al riesame dei trattamenti pensionistici interessati dalla sentenza della Corte Costituzionale, senza richiesta formale da parte dei pensionati. Questo è quanto emerge da una circolare emanata dall’istituto previdenziale a seguito della sentenza 162/2022 della Corte, che ha stabilito nuove regole per il cumulo fra pensione di reversibilità e altri redditi.
La sentenza chiarisce che il trattamento previdenziale non può essere decurtato in misura superiore ai redditi aggiuntivi derivanti dal cumulo con altre fonti di reddito. In pratica, il reddito originario del superstite non deve essere ridotto a causa del cumulo con la pensione di reversibilità.
In seguito a questa decisione, l’INPS ha emesso la circolare 108/2023, che stabilisce i criteri per ridefinire le pensioni ai superstiti in cumulo secondo quanto previsto dalla Corte. È importante sottolineare che il riesame delle posizioni avviene automaticamente, senza necessità di richiesta da parte dei pensionati.
Inoltre, ai pensionati interessati alla ricostituzione del trattamento pensionistico vengono riconosciuti anche ratei arretrati, interessi legali e rivalutazione monetaria nei limiti della prescrizione quinquennale prevista per legge. Questi importi sono calcolati a ritroso dalla data di riliquidazione del trattamento.
Tuttavia, non sono stati forniti termini precisi per la conclusione dei lavori da parte dell’INPS. L’annuncio sull’avvio della revisione delle posizioni è stato fatto verso la fine di dicembre, quindi è ragionevole presumere che i lavori siano ancora in corso. Per ottenere eventuali dettagli sull’avvio della pratica, i pensionati possono contattare il Contact Center dell’INPS.