Il capoluogo siciliano potrebbe essere la location di una scoperta importantissima per il mondo dell’arte. Ecco cosa è successo.
Pietra miliare della Sicilia, Palermo è una città ricca di fascino, antica dimora dei Fenici, dei Normanni e di altri popoli che ne hanno segnato la storia nei secoli. Il suo essere stata un crocevia di diverse culture, l’ha resa la bellissima e interessante città che è oggi. Oltre alla sua dimensione culturale, di notevole spessore e importanza, a rendere Palermo una delle città mozzafiato della Sicilia ci pensano il mare, il cibo tradizionale e, non per ultimo, i tanti monumenti da visitare.
Durante i mesi estivi, la vicinanza con il mare rende Palermo una meta ideale per chi ama alternare le visite culturali, l’arte e il cibo, con qualche ora sulla spiaggia e un bagno rinfrescante. Il capoluogo siciliano è ben noto anche per i suoi mercati pittoreschi, il centro storico il quale è un vero e proprio museo a cielo aperto, i palazzi arabo-normanni caratteristici della città e il cibo straordinario. Il soggiorno trascorso a Palermo, come in tutte le città della Sicilia, rappresenta un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.
Uno dei monumenti più belli del capoluogo, è senza dubbio la Cattedrale della città, edificio religioso maestoso, fra i più belli del nostro Paese. La Cattedrale, oggi consacrata alla Vergine, è nata originariamente sotto il culto cattolico, per poi trasformarsi in moschea ed infine venire restituita al Cristianesimo nel 1185. Del passaggio delle varie culture, rimangono tracce solo nelle cappelle, poichè nel diciassettesimo secolo le navate interne vennero completamente stravolte e adeguate allo stile neoclassico.
Lo Spasimo di Sicilia: il dipinto ritrovato a Palermo
Nel capoluogo siciliano, oltre alle bellezze architettoniche, l’arte pittorica è uno dei patrimoni culturali più importanti. Nel 2020 a Palermo è stato ritrovato un dipinto di Raffaello, rinominato Lo spasimo di Sicilia. L’opera era stata commissionata dal monastero olivetano di Santa Maria dello Spasimo, da cui il dipinto prende il nome. Nell’opera, che riporta in primo piano su una pietra la firma dell’autore “Raphael Urbinas”, si descrive il momento in cui Gesù si avvia verso il calvario circondato dai soldati e da Maria insieme a Maddalena e ad altre donne.
Il dipinto è stato realizzato da Raffaello a Roma il quale, dopo averlo terminato, lo spedisce via mare verso Palermo, a bordo di un’imbarcazione che però non arrivò mai a destinazione a causa di un naufragio improvviso.
L‘opera, citata e raccontata dallo stesso Giorgio Vasari, viene incredibilmente recuperata a Genova senza riportare nessun danno. Vasari a riguardo disse “sino alla furia de’ venti e l’onde del mare ebbono rispetto alla bellezza di tale opera”. A seguito di una una serie di trattative avvenute a Genova, il dipinto di Raffaello giunse finalmente a Palermo e venne posizionato nella chiesa dello Spasimo su una cornice marmorea realizzata dallo scultore siciliano Antonello Gagini.