Se l’inquilino ha una disabilità si può procedere con lo sfratto? Scopriamo quali sono le regole imposte dalla normativa italiana.
Proprietari di casa e inquilini devono conoscere le direttive che disciplinano un eventuale sfratto in presenza della Legge 104 e di una disabilità. L’allontanamento forzato è possibile? Lo sfratto è un atto giuridico con cui il locatore chiede al locatario di riconsegnarli l’immobile preso in affitto alla scadenza del contratto oppure in caso di mensilità non corrisposte.
C’è la licenza per finita locazione, la convalida di sfratto per finita locazione e la convalida di sfratto per morosità. In ogni caso l’inquilino sarà costretto entro un determinato periodo di tempo a dare l’immobile al proprietario pagando i canoni arretrati qualora il motivo dello sfratto sia l’insolvenza.
Cosa succede se nella casa abita una persona titolare di Legge 104 e dunque con una minorazione fisica, psichica o sensoriale? Una normativa precisa su come comportarsi davanti ad una eventualità del genere non c’è. Significa che le modalità di sfratto rimangono quelle citate anche in caso di disabilità. Ma occorre conoscere delle puntualizzazioni relative alle proroghe per la regolarizzazione del debito e alla possibilità di sospendere lo sfratto in casi eccezionali.
Sfratto con Legge 104: cosa accade in caso di disabilità
La Legge 104 non prevede agevolazioni specifiche in caso di pagamento di un affitto. Il contratto tra locatore e locatario, dunque, è il medesimo utilizzato normalmente. Di conseguenza il proprietario può procedere con lo sfratto dell’invalido sia per morosità sia per finita locazione anche se il disabile presente nel nucleo familiare dovesse essere un bambino.
In caso di morosità è possibile, però, bloccare l’esecuzione di sfratto pagando i canoni arretrati alla prima udienza, entro 90 giorni dalla prima udienza dimostrando di essere in difficoltà economica o di non aver potuto pagare per problemi di salute oppure entro 120 giorni dalla prima udienza se la morosità è inferiore a due mesi e legata a circostanze gravi.
L’inquilino con Legge 104, dunque, può pagare dopo 120 giorni dalla prima udienze dimostrando che non ha potuto pagare due mensilità dell’affitto per improvvisa comparsa della patologia. Se la disabilità era preesistente lo sfratto non si può fermare.
L’inquilino può, però, ritardare l’esecuzione dello sfratto in caso di finita locazione per un periodo di 18 mesi se ha più di 65 anni, se lui o un membro del nucleo familiare è affetto da disabilità oppure è un malato terminale. In questo modo si avrà il tempo di cercare una nuova casa in affitto.