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Turismo

Sospeso tra cielo e mare, il Santuario di Tindari è una meta imperdibile in Sicilia: rimarrete incantati

Pubblicato da
Emiliano Fumaneri

In Sicilia c’è una meta incantevole: il Santuario di Tindari, legato a una storia incredibile che ha del miracoloso.

Esiste una sorta di «istinto del pellegrino» radicato in profondità nel cuore umano, diceva lo scrittore Evelyn Waugh. È questo istinto a farci “fiutare”, in maniera misteriosa ma chiara, che «alcune chiese hanno quella certa «atmosfera», come diciamo in modo assai inadeguato, che rende facile pregare, e altre no». E questo, aggiungeva Waugh, «è tanto più vero per i luoghi segnati da grandi eventi e dalla devozione dei santi».

Il Santuario siciliano di Tindari è una meta da non perdere – newsicily.it

Ci sono luoghi dove cielo e terra sembrano incontrarsi. Uno di questi è senz’altro il Santuario Maria SS. del Tindari. Andando a Patti, in provincia di Messina, potrete recarvi in questa meravigliosa basilica sospesa su un promontorio a strapiombo sul mare. Il Santuario che ospita al suo interno, la Madonna Bruna, domina dall’alto uno stupendo tratto di costa.

Le origini del Santuario di Tindari affondano le radici nei secoli mescolando storia e leggenda. Ogni anno, in particolare il 7-8 settembre in occasione della festa patronale della Madonna Bruna, in migliaia di fedeli e pellegrini accorrono raggiungendo il Santuario – anche a piedi – da molte parti della Sicilia. 

Santuario di Tindari, una meta imperdibile sospesa tra cielo e mare

La Statua della Madonna Bruna è collocata nel Santuario, seduta su un trono che riporta le parole del Cantico dei Cantici: Nigra Sum Sed Formosa («Sono nera ma sono bella»). La scultura, orientaleggiante, bizantina, è fatta con legno di cedro del Libano. Risale a un periodo compreso tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo.  

Monti, cielo e mare: il panorama che circonda il Santuario di Tindari lascia senza fiato – newsicily.it

La Vergine appare nera, con un volto insolitamente allungato. È una Madonna Odigitria (cioè che indica la via) rappresentata come Basilissa (vale a dire come “Regina seduta in trono”). La si vede impegnata a reggere in grembo Gesù Bambino e a tenere sollevata la mano destra benedicente. 

Alla Madonna Bruna di Tindari è legato un racconto dove miracoloso e leggendario si intrecciano con la storia. Si narra infatti che una giovane siciliana si recò al Santuario insieme alla figlioletta per ringraziare la Madonna Bruna di aver guarito la piccola da una brutta malattia. Salita in cima, la giovane fedele sarebbe però rimasta delusa alla vista della statua. Così avrebbe esclamato: «Hàju vinutu di luntana via, ppi vidiri a una cchiù brutta di mia!» (Sono venuta da lontano, per vedere una più brutta di me!). 

Dopo aver pronunciato queste parole la donna improvvisamente si rese conto che la bimba le era caduta dalle braccia, precipitando in mare ai piedi del promontorio. Correndo verso l’acqua la giovane madre si rese conto di un evento miracoloso: mentre avanzava verso il mare le acque si ritiravano, finché non riuscì a raggiungere la sua bimba e a trarla in salvo.

Secondo la leggenda la spiaggia e i laghetti di Marinello, ai piedi del promontorio, si sarebbero creati proprio in virtù del miracolo attribuito alla Madonna Bruna. A provarlo sarebbe la curiosa forma della lingua di spiaggia. Vista dall’alto ricorda proprio le braccia della madre che stringe a sé la sua bimba. 

Pubblicato da
Emiliano Fumaneri