Per svegliarsi al mattino occorre la sveglia: ma cosa c’è da sapere su come usarla? Esiste un segreto importante per il benessere.
La giornata di solito inizia con il suono della sveglia che distoglie dal sonno, a volte tanto bruscamente. Impostare la sveglia è una buona abitudine e talvolta necessaria per non rischiare di svegliarsi troppo tardi. Ma qual è il modo migliore di usarla? Come bisogna impostarla perché sia utile e al tempo stesso non apporti danni alla nostra salute?
Un risveglio brusco e violento può essere fonte di stress e causare un mal di testa che inizia subito appena alzati e perdura per tutta la giornata. Spesso ci si sveglia naturalmente poco prima dello scoccare dell’ora stabilita e quindi prima del suono della sveglia, altre volte si imposta la modalità di sveglia posticipata, ovvero quella che dopo alcuni minuti torna a suonare.
Serve a chi dopo il primo squillo la spegne e si riaddormenta rischiando di alzarsi tardi e compromettere il lavoro e tutte le attività da compiere. Usare o no la sveglia posticipata è un tema che è stato ampiamente dibattuto. Ci sono i favorevoli e i contrari: alcuni affermano che è utile e non fa male alla salute, altri sostengono che sia un metodo dannoso. Esiste uno studio scientifico al riguardo, che fornisce le risposte a questa disputa.
Impostare la funzione snooze della sveglia, quella che ripete il suono dopo alcuni minuti per permettere di riposare ancora un po’ prima di alzarsi è una pratica molto diffusa. Effettivamente consente un risveglio meno brusco e fastidioso, più graduale e quindi meno traumatico.
L’Università di Stoccolma ha pubblicato uno studio della ricercatrice Tina Sundelin sulla rivista Journal of Sleep Research in cui dimostra che posticipare la sveglia è un’azione che risulta benefica. Sonnecchiare ancora un po’ prima di alzarsi dal letto ha effetto positivi. Quei pochi minuti di sonno aiutano di fatto a sentirsi più riposati perché la ripresa di contatto con la realtà avviene poco alla volta e il pensiero inizia ad attivarsi in modalità diversa da quella sonno.
Così come il processo di addormentamento e il sonno hanno delle fasi graduali anche il risveglio è bene che non avvenga in modo del tutto immediato. Quando si dorme si inizia infatti con un sonno leggero nella cosiddetta fase Nem (Nonrapid Eyes Movements), che avviene quando i muscoli iniziano a rilassarli e l’attività cerebrale rallenta, così come la frequenza cardiaca e la respirazione. Poi via via si passa agli stadi di sonno più profondi fino ad arrivare alla fase Rem (Rapid Eyes Movements) quella in cui si sogna.
Se si è in queste fasi e c’è un risveglio improvviso può prolungare la cosiddetta inerzia del sonno e causare uno stato di sonnolenza che si traduce in spossatezza durante la giornata. Svegliarsi e poi avere ancora alcuni minuti per riposare e uscire poco alla volta dalla fase di riposo è sicuramente meno stressante e quindi più salutare.