Il modo in cui si ci comporta a tavola potrebbe determinare la presenza o meno di un problema di salute mentale: ecco cosa rivela la scienza.
Abitudini che all’apparenza potrebbero sembrare insignificanti sarebbero l’indicatore che c’è qualcosa che non va nella salute mentale di qualcuno. Si tratta di modi di comportarsi a tavola, atteggiamenti che generalmente rientrano nel campo del gusto personale e vengono identificati così.
Un recente studio inglese della Biobanca britannica, pubblicato da Nature Mental Health ha analizzato le preferenze alimentari di molta gente ed è arrivato ad una precisa conclusione. Lo studio si è concentrato in particolare sull’analisi delle persone anziane. Circa 182 mila anziani britannici sono stati osservati nelle loro attitudini alimentari.
Ognuno ha alimenti che non ama mangiare e altri che preferisce, ma in alcune persone si può riscontrare un atteggiamento classificabile come pignoleria alimentare. I pignoli, coloro che in modo meticoloso e dettagliato escludono molti alimenti e si concentrano a mangiarne solo pochi potrebbero avere un problema di salute mentale, secondo gli studiosi.
Pignoleria alimentare e salute mentale: la correlazione che si nota a tavola
I risultati delle analisi compiute dagli studiosi parlano chiaro: le persone che hanno un palato in cui rientrano gusti molto vari e sono in prevalenza onnivori manifestano risultati migliori nei test cognitivi. Il contrario invece avviene per chi ha preferenze molto limitate e esclude molti alimenti dalla propria alimentazione.
Lo studio va nella direzione di un coinvolgimento in questa fascia di tutti coloro che seguono particolari diete come quella vegana, vegetariana, ma anche al contrario, un’alimentazione ricca di grassi o di proteine. Secondo gli scienziati inglesi queste scelte non andrebbero di pari passo con la salute e il benessere mentale.
Oltre alle funzioni cognitive, sarebbero interessati anche i biomarcatori del sangue, del metabolismo e l’imaging del cervello nelle scelte specifiche alimentari. È quanto ha affermato Rebecca Mac Pherson, professoressa associata alla Brock University dell’Ontario in Canada, in una mail al Whashington Post. Sono affermazioni molto nette che non possono che far discutere.
Secondo la professoressa, coloro che scelgono di eliminare molti alimenti e manifestano quel comportamento considerato pignoleria alimentare mostrano maggior suscettibilità e sintomi di ansia e depressione in misura maggiore rispetto a chi fa una dieta onnivora e senza troppi pensieri. Inoltre secondo questi studiosi, fare una dieta equilibrata e varia, non particolarmente restrittiva, determina il mantenimento di buone capacità cognitive anche con l’avanzamento dell’età. Per dieta equilibrata viene intesa un’alimentazione che comprende frutta e verdura insieme a proteine animali e vegetali, quindi latticini, uova, pesce, cereali, frutta secca e semi.