Il 16 novembre si è celebrata la Giornata mondiale del tumore al pancreas, un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica su una malattia subdola e pericolosa. Il pancreas, organo dal peso medio di soli 80 grammi, riveste un ruolo cruciale nel nostro organismo grazie alla sua funzione endocrina ed esocrina.
Nonostante le sue dimensioni ridotte, quando questo organo viene colpito dal cancro, le conseguenze possono essere devastanti.
Personaggi come Gianluca Vialli, Luciano Pavarotti, Patrick Swayze e Steve Jobs hanno affrontato la loro battaglia contro questa malattia aggressiva che presenta il tasso di sopravvivenza più basso tra tutte le patologie oncologiche.
La diagnosi tardiva rappresenta uno dei maggiori ostacoli nella lotta contro il tumore del pancreas. Secondo Silvia Carrara dell’Associazione Italiana Studio Pancreas (Aisp), in otto casi su dieci la neoplasia viene scoperta in stadio avanzato. I sintomi precoci spesso aspecifici rendono difficile riconoscere tempestivamente la malattia. Tra questi segnali vi sono dolore addominale superiore, ittero e prurito cutaneo, perdita di peso improvvisa e cambiamenti nelle abitudini intestinali.
Tumore al pancreas e campanelli d’allarme
In occasione della Giornata mondiale del tumore al pancreas, Fondazione Nadia Valsecchi e Associazione Oltre la Ricerca ODV hanno sottolineato l’importanza della diagnosi precoce. Fumo e obesità sono tra i principali fattori di rischio insieme a diabete mellito e pancreatite cronica. La presenza di mutazioni genetiche come quelle nei geni BRCA aumenta ulteriormente il rischio.
Nonostante gli ostacoli incontrati nella diagnosi precoce del tumore al pancreas, alcuni progressi sono stati fatti negli ultimi anni grazie alla sorveglianza mirata delle persone a rischio elevato. Queste strategie hanno permesso di individuare casi operabili in stadi meno avanzati migliorando così le speranze di sopravvivenza dei pazienti.
L’Italia registra ogni anno oltre 14.500 nuovi casi di tumore al pancreas con una prevalenza nelle persone fra i 60 e gli 80 anni d’età. L’esperienza dei chirurghi specializzati nel trattamento delle neoplasie pancreatiche è fondamentale per garantire esiti positivi ai pazienti affetti da questa patologia.
La strada verso una maggiore sopravvivenza passa attraverso la capacità di identificare precocemente i pazienti a rischio elevato tramite un attento monitoraggio dei sintomi presentati ai medici curanti o segnalati alle farmacie comunitarie che giocano un ruolo chiave nella prevenzione primaria.