Il tumore al pancreas è un killer molto silenzioso che si manifesta quando ormai è diffuso, ma ci sono dettagli a cui fare attenzione.
Ci sono condizioni patologiche che sono manifeste dal principio, altre subdole e che sono evidenti solo quando hanno raggiunto un certo grado di importanza. Tuttavia, anche se in modo impercettibile e minimo c’è sempre qualcosa che cambia, questioni a cui fare attenzione che sono molto importanti.
Il tumore al pancreas rientra sicuramente in quelli più aggressivi e preoccupanti a carico degli organi ed è una condizione piuttosto severa e invalidante. C’è però da porre sempre attenzione quando si rientra nei fattori di rischio e soprattutto quando si evidenziano alcuni elementi che sono veri e propri campanelli d’allarme precoci.
Tumore al pancreas, sintomi precoci a cui fare attenzione
Quando la patologia si sviluppa può essere totalmente asintomatica e questo chiaramente è un problema perché offre la possibilità di procedere senza che la persona si renda conto che c’è qualcosa che non va nel suo organismo. Per tale motivo spesso la diagnosi è tardiva, l’approccio terapeutico più difficile e i rischi maggiori.
Le caratteristiche stesse di questo tipo di tumore lo rendono molto complesso da gestire, sia perché c’è tessuto fibroso che racchiude le cellule tumorali ed è quindi molto resistente ai farmaci e sia per l’organo e il suo funzionamento. Sicuramente la prevenzione primaria è in questo caso fondamentale. Secondo l’Associazione italiana di oncologia medica è importante lavorare per prevenire la malattia, come per le altre, facendo attenzione alla dieta. Quella Mediterranea è sicuramente la scelta migliore con corretta assunzione di alimenti per tipologia, qualità, quantità ma anche ponendo massima attenzione alla cottura e al consumo, agli orari e all’uso di grassi in eccesso.
Uno stile di vita sano e attivo è la scelta fondamentale per preservare la buona salute. Questo costituisce la base per una vita sana. Negli ultimi anni l’incidenza del tumore al pancreas è aumentata del 59%, vuol dire che c’è una diretta correlazione tra ciò che mangiamo e questa condizione specifica. Sono fattori di rischio fumo, obesità, sedentarietà. A oggi, non ci sono sistemi per una diagnosi effettivamente precoce, per questo solo il 7% dei casi viene individuato in tempi rapidi.
Ci sono però dei sintomi a cui fare particolare attenzione, non necessariamente collegati nell’immaginario comune alla patologia. Bisogna individuare e condividere subito con il proprio medico di base eventuale presenza persistente di mal di schiena, cattiva digestione, mal di stomaco, perdita di peso. Queste condizioni anche se banali sono talvolta proprio il campanello d’allarme della malattia e quindi, se individuate in tempo e non confuse per altro, anche più banale, possono aiutare a una diagnosi repentina e quindi un trattamento immediato.